Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

pupattola, come una madre che cerca di rassicurare la propria fig]io. letta intimidita dalla presenza di un estraneo. - Come ti chiami? - Irma - mi risponde senza alzare lo sguardo. Mi sembra invece di essere fissato da quella misera parodia di bambola. Su quel pomo di stracci, che doveva rappresentare la testa, le mani di qualche familiare avevano disegnato, alla buona e con una matita colorata, due occhi rotondi e spiritati, un nasino triangolare ed una bocca che, almeno nelle intenzioni, doveva essere sorridente; menere invece ne usciva una smorfia un po' comica e un po' beffarda, e che sembrava compatire la sua povera padroncina. - Ti piace la tua bambola? - Sì - rispose prontamente e tenendo ancora lo sguardo su quei stracci•giocattolo . Passano alcuni secondi di silenzio; in uno stato d'animo forse un po' banale per me, poichè non è facile saper introdursi nello spirito dei piccoli. Anche la bambina ha l'aria di darsi un contegno: non è più intimidita, e dall'espressione del volto sembra quasi che comprenda l'importanza effimera di cotesto incontro. - Lo sai che ci .e.anoanche bambole più belle? Non risponde. Alza la testa, mi dà un'occhiata seria e fuggitiva, volgendo sùbito gli occhi verso il paese illuminato dagli ultimi raggi del sole. Resto un po' male, e comprendo che nonostante la mia pretesa di essere un buon psicologo, ho sicuramente commesso un errore di tatto. Senza dubbio, penso, ho ferita la sua immaginazione; ma forse, più di questa, il suo diritto di essere felice anche con un nonnulla: quel diritto che ha sorretto e ostacolato nello stesso tempo innumere• voli generazioni di poveri. « Senza 1a speranza è impossibile trovare l'insperato» - senten· ziò Eraclito d'Efcso. E' unn splendida massima, ma incompleta. Spe– ranza e immaginazione ci salvano a patto di saperle integrare con una chiara e tenace volontà. Certo non si può negare il didtto di essere felici anche con una bambola di stracci. Ma quello che importa - che più importa - è che tale bambola sappia anche « svegliarci », con i suoi occhi rotonru e la sua smorfia indefinibile ... Potrà in tal modo restare più cara nelle nostre memorie, e render!;! meno aspro il ricordo di una vita stentata e avara di sorTisi: quando, come un Pinocchio rigenerato, vedremo le nostre spoglie di burattino abbandonate ne] grembo di un passato che ci ha sempre predicata la necessità di essere dei bravi obbedienti e pazienti burattini.. .. MARIO DAL MOUN 41

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