Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

dalla loro povertà. Da adulti tenteranno poi di trovare altre forme di evasione; ma sarà sempre più difficile equilibrare l'immaginazione con le dure e spesso impietose Jczioni della vita, rendersela amica tanto nella gioia come nella tristezza. La bambina povera che in questo momento si presenta al mio sguardo, ha dw1que l'immaginoso diritto di vedere nella sua misera bambola di stracci che tiene in grembo, la più bella e la più costosa delle- bambole vere. E non si può dire che l'immaginazione, come g1i stupefacenti, finisca col lasciare sempre un fondo di amarezza o di ab– battimento, specie quando è utilizzata dal povero. Tutt'altro: la sua azione è sempre positiva nell'individuo normale; comunque, si può af– fermare che nella storia del pensiero umano, l'immaginazione ha sem– pre avuto un ruolo di capitale importanza. I tre suoi frutti più gran– diosi - ed estremamente così diversi nel loro« sapore» e nella specie di dolore o di speranza che hanno saputo infondere e che tuttora in– fondono nell'umanità - sono la religione, l'arte e la scienza ... Ma in questo momento non ho voglia di filosofare: il mio sguardo è attratto da una misera bambola di stracci, posta nel grembo di una bambina altrettanto povera. Uno dei miei tanti viaggi solitari mi ha condotto a Farentillo, nella valle del Nera, in provincia di Terni; attratto dalla curiosità di visitare le famose mummie che si conservano neJla cripta di una chiesa del paese. Sulla soglia di una casupola posta ai limiti del paese, lungo una stradetta che conduce al villaggio di Monterivoso, vedo seduta una bambina di quattro o cinque anni. Ha un visino pallido e gli occhi neri e vividi che conLrastano col pallore del volto. Ho già detto che nel suo grembo tiene una misera bambola fatta di stracci. Mi fermo un momento. La piccola mi osserva con un'espressione di timidezza mista a curiosità, e che è propria della gente sperduta tra i villaggi montani, quando tra loro si presenta la figura di un forestiero. Non scorgo altre persone intorno alla casa priva d'intonaco; solo un bel gattone, addosato al muro, sonnecchia tranquillo. Il sole di un tardo pomeriggio primaverile sta per scomparire dietro il costone sel– vaggio del monte Morra; il Nera rumoreggia poco lontano; qualche chilometro più a valle s'incontrerà con la splendente bellezza della cascata del1e Marmore. Il fiume scorre piuttosto impetuoso e serpeg– gia tra massi di roccia scura; il timbro delle sue acque sembra infon– dere il senso delle cose perenni, simile allo scorrere di una clessìdra inesauribile, dolce ed impietoso ad un tempo . . Mi. aspetto che la bambina si alzi, forse un po' impaurita, per ri– f ug1ars1 nella sua casa rustica e silenziosa. della quale, per il momento, sembra essere l'unic:i. abitante. Invece abbassa lo sguardo verso ]a sua 40

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