Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

Poco distante, alla mia destra, è seduta una giovane donna abba– stanza piacente; al suo fianco vi è un giovane che sonnecchia. Intorno alla coppia, tra due valigie di fibra in precarie condizioni e alcuni fa– gotti, vi sono tre bambini, due maschi e una femminuccia, vestiti po– veramente come i loro genitori. Di certo si tratta di una famiglia emi– grante verso paesi più fortunati. Da qualche minuto la bambina sta frignando, tormenta con le sue manime le mani ruvide della madre; e incoraggiata pure da1lo sguardo vivido dei fratelli più grandicelli. Certo vuole qualcosa, un biscotto o un frutto, che la madre, assorta nei suoi pensieri, non si decide ad offrire. In quel momento passa a loro vicino il vecchio raccoglitore di cicche. La madre tenta di rabbcnire la piccina, sussurrandole che H vecchio che sta per passare mette nel sacco tutti i bambini cattivi. E indica la bisaccia del vecchio; una di quelle bisaccie senza fondo e che sembrano fatte a posta per insaccare una miseria interminabile. Ma la bambina non sembra troopo impressionata. Dà un occhiata fuggitiva al vecchio vagabondo, e ritorna ouasi subito al suo intento verso la madre. Questa finisce col cedere: da una tasca est~ae una ca– ramella. Comorendo ora la sua reticenza nel voler ;iccontentare hl fì~lia: la caramella cf'rtamente è unica. mentre che i firrli sono tre. E difatti sei occhi sono già nuntati sul misero dolciume: però in loro non bdl– la alruna irnwrdit!ia, nessun istinto di averlo in esclusiva oer la pro– pria bocca. T noveri. di solito. imnarano fin dall'infanzia ad acconten– si di poco. Non tanto oeT' un~ definitiva rasseg-nazione. mi:\ oiuttosto per un i.stinto pj1'1dife-nsivo che r~<..~eP."Tiato. Il nror-resso è dovuto ad una fattiva e millenaria oazienza rlel novero: dei no,,eri analfabeti e dei poveri geniali. che 1a stnria talvolta ricorcfa rn~ chP. in gran parte fu'!"ono seoolti. anonimi, neP-li abissi inc-olmabili del temoo. Vedo la madre che con un temoerino ceT'ca di dividere la cara– n,rlb :n ''"'" nttrti. il niì1 nn~~ihile e~11;:-.li. Anchf' 0l!e<..1n f' un umi.le atto di nazienza. e che solo una povera donna nuò esel!nirlo: così co– me chi ha veramente fame raccorrlie con cura le hriciole cadute nel ITT"cmbo. « E' l'ultima cr\ramella - dice la madre. d.~nrlo 11n oenetto a ciascuno dei tre oiccoli - domani ve ne comnero delle altre ... ». T tre oiccini annuiscono con un licvr sordso fissando i loro occhi in ouelli dell;i mamma. come ner acccrtar-:.i che la suri oromessa non siri aualcos::i. di vano. La madre annuisce a sui:\ volta. con un sorriso soffuso di tranoui11::..tristezza: OL1ellapacata tristezza che snesso :-.iuta a non rag!rlunr:ere il trarruardo di una disperazione definitiv;:i. For<:.t" per istinto o consaocvolmente. sa che quando si è bambini si è del tutt0 i<!Nl.ri della dura legge del tempo: si promette «domani)), m~ 36

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