Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

rose come una disgrazia, non soltanto per le vi/time, ma anche per la purez– za e l'elevazione della causa nel cui no– me si realizzano. Gli atti di vendetta personale e lo spargimemo di sangue forse 11011 possono essere evitati, cosl come avviene per le stragi causate da una tormenta; ma ciò non sarà mai morale nè utile. Nessun partilo politi• co è stato mai distrnllo con la carnefici- 11a. Questo barbaro procedime11to si è rivelato ùie/ficace per mmientare le classi privilegiate come individui. 11 privilegio non si personifica negli uo– mini q11an1 0 invece nella posizione u– surpata dalle classi privilegiate grazie alle loro istituzioni, principalmente al– lo Stato ed al monopolio dell'econo– mia. Per realizzare una rivoluzione ef. /icace è necessario colpire te cause e le loro relazioni mutue, eliminando le istituzioni dello sfruttamento e della tirannia. Solamente mediante questo procedi111e11to si eviterà la distruzione di vite wnane e di esporsi all'inevita– bile reazione che provoca ogni carnefi– cina in qualsiasi sistema di società. Ma, per poter procedere con senso u– mano e non compromettere il trionfo della rivoluzione, J necessario essere implacabili verso i simboli, i privilegi e le istituzioni. In ciò risiede il se– greto di ogni vera rivoluzio11e ». Marx Nettlau condivideva questo con– cetto bakuniniano. Come storiografo a– veva ben compreso le cause e le real– tà che germinano ì sommovimenti ri– voluzionari, ragione _per la quale riget– tava la fede in una rivoluzione che dal– la notte al mattino trasportasse l'uma– nilà, in un salto impossibile di tempo, ad un millennio di progresso e di li– bertà, qualificando questa concezione 28 un messianesimo religioso proprio di secoli passati fatalmente conducente a conclusioni fa11aci. Quindi la rivoluzio– ne come tale non crea nulla di nuovo. Toglie solo al passato il vecchio e il marcio, spiegando il sentiero verso nuo– ve realizzazioni. E il valore e l'utilità sociale di queste realizzazioni dipen– deranno sempre dalla maturità di pen. siero e dalla volorità creatrice dei ri– voluzionari. Per questo Nettlau riget– tava l'infantile idea di un vero abbat– timento completo de1Ja vecchia socie– tà, mediante il quale sorgerebbe mira– colosamente dalle rovine la società nuo– va. Come conoscitore della storia sa– peva che questa ci parla solamente di continuità e di transizioni, e mai cli rottura radicale col passato e con tut– te le forme tradizionali della vita so– ciale. Nè le più grandi scosse storiche hanno potuto spezzare i nessi di con– tinuità della forma sociale. Si ottenne– ro soltanto delle nuove direzioni. In verità, nessun sistema è cosl di• sprezzabile da imporre ag1i uomini ]a rinuncia al patrimonio Jasciato ]oro. Ciò perchè la società non è, in alcun modo, soltanto un'eterna ripetizione di forme dì governo che si concatenano come gli anelli d'una catena senza fine, ma è l'organismo fecondatore di ogni nostra civiltà, la quale non può perpe• luarsi di generazione in generazoine e produrre forme nuove se non median– te la convivenza sociale degli uomini. Accumula, in qualsiasi epoca, molte co– noscenze ed esperienze, che ci traman– dano la continuità della cultura uma– na e dalle quali noi non possiamo pre– scindere, poichè ci sono cosl necessarie come l'aria ed il pane. Quantunque dei frutti della rivoluzione culturale non benefichino in egual misura tutti i

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