Volontà - anno XIX- n.1 - gennaio 1966

• esatlamente come le parti delle mac– chiue prodotte in serie•, come ironi• camente diceva Vati Doren, è allora che vediamo che vi sono socialisti i quali si battono a[finchè l'uomo venga convertito in un'ente uniforme, seuz.a ,,e11sicro nè libera determinazione, iu uomo-macchina, come lo desidera lo Stato e la burocrazia 11eltasua fw1• zione di co11tribuente e governato: au– toma obbediente ai controlli del CO· ttumdo•. Netllau era un nemico risoluto del– le cosiddette leorlc unitarie, qualunque fosse il settore ideologico che le prer ponc!:lsc; la sua prevenzione verso que– ste teorie lo induceva a dubitare dei di– segni esclusivamente proselitistici, a– venti lo scopo cioè di aumentare il nu– mero degli aderenti ad un partito a spese dell'indipendenza degli altri. In effetti, tutte queste propagande di u– nificazione si propongono, per quanto bene intenzionate esse siano, la impo– sizione assoluta di una sola idea o ten• denza, ispirata al vecchio fanatismo esclusivista: • Io sono il tuo Dio, l'unJco vero, che dcvi adorare solamente •· E' nella diversità delle idee, dei pen• sieri, delle iniziative e delle realizza– zioni che precisamente è radicata la la fonte perpetua di ogni progresso e– tico e sociale e l'avanzamento verso for– me più elevate di vita. Cos\ come la natura, che ignora l'omogeneità, crea un numero infinito di specie e famiglie le quali formano un tutto multiforme, ugualmente esiste, nella storia delle wci.::tà umane, una rlcchissima diversi– tà in tutti gli strati de1l'attività socia– le, nelle lingue, nelle arti, nella reli– gione, nella scienza, nella filosofia, nei costumi nelle tradizioni, nei sistemi del 24 diritto e nelle istituzioni: una infinita gamma di strutturazioni e modalità che resistono a qualsiasi norma rigida, a qualsiasi tentativo di adattarla ad un unico padrone. La cultura e l'in- 1ellctto umano necessitano della liber– tà per potersi manifestare in tutta la loro ampiezza e meravigliosa diversi– tà. li peggior nemico della libertà e di ogni progresso sociale è il dogma, con– seguenza, nella maggior parte dei ca– si, del fanatismo nella credenza unita– ria del Possesso della verità assoluta, valida per tutti e indiscutibilmente, e, per questa stessa ragione, destinata a convertirsi nel nemico giurato di ogni progresso. Qualsiasi despotismo, sia religioso, politico o altro, deve meno la sua esistenza a brutali mezzi di impo– sizioni che alla sorda fede nella sua irrevocabilità, che, alimentata e raf– forzata sistematicamente dai gover– nanti, finisce col costituirsi quale fon– damento della educazione, quale costu– me e tradizione. E non appena questa fede irriflessiva perde il suo predomi– nio e il rispetto servile delle moltitu– dini e va, \'Ìa \'ia, rovinando, la forza per sè stessa non basta più per man– tenere il prestigio delle istituzioni tra– dizionali. Queste cederanno presto o tardi da– vanti a <.oncezioni nuove cd a 1entativ1 di rinnovamento sociale poichè hanno perso i lorn supporti morali, infonden– do ai loro stessi difensori )'indecisione e la debolezza, per cui si vedono ob– bligati ad adattarsi alle nuove condi– zioni. Le rivoluzioni non eliminano di col– po le vecchie concezioni e tradizioni e non possono impedire gli effetti di cer– te sopravvivenze - nelle quali persiste

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