Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

modo la Mia pr>.!5cn1.aeh>.!non seppe che rare. Finalmcnle si ricompose e pregò Ncttlau di andare con lui in un n~·gozio per ve<;lirsi a spese sue. Ma ettlau si difr..,c umilmente e disse con fine ironi:-: •No, caro Jottorc, questo no. Oggi mi compra un abito nuovo e domani C5igcr:'\ che mi tagli la barba. o! Davvero, no•. Cohn restò confuso e, da 3mericano oratico, non potè comprendere quello atteggiamento. Anche quando mi raccontò do1>0 il fatto, non :sapeva ancora cosa doveva fare, e disse che Nettbu a prim.i vi,;;ta doveva essere un uomo molto raro. Ed in ciò non avev:1 torio, poichè- un uomo del pr~5tigio di Ncttlau si 1rova forse soltanto una volta nella vita. Ma gius,amentc quel suo modo di essere era in questo uomo, che aveva sv,.;,lto nella sua v;ta un compilo così straordina– rio, uno dei più belli aspetti. Poichè la 5ua opera era unic'1. nel suo genere, anche il carattere del suo cr.:atore non era un fenomeno quotidiano che si trova ad ogni angolo della strada. Neltlau era, senza clubhio, un uomo raro e colui che non lo conosc::!va molto intimamente clow·"a a volte scntin;i impressionato da un certo anacronismo nella sua maniera di vivere e dalle sue ahitudini personali, che :s0\'entc cbvano l'impre..,.,ionc cli qualcosa di stravagant-.;", Ciò nonostante, tutti coloro che ebbero la fortuna di entrare in intimo contatto con lui, riconob– b.!ro le grandi qualità del suo grane!~ carattere, 1" sua bontà inn.ita, il suo senso inarrendevole di giustizia, la ",LW indipendenza di pen"iiero e non volevano ve– derlo so110 altro aspetto se non ccme cm in realtà. Nel tlau era esente da ogni vacua v~mità, la qu::ile è sempre il segno cli una mcdiocrilà spirituale. La ~ua a;,ion..:: :lersonalc corrispondeva sempre ad ogni :sua interpretazione della vita e non era mai lesiva o molesta. La sua tranquilla mocb,tia 01:>erava benevolmente anche in un uomo di cono!-.ccn1.c così vaste e straordinarie. Si senriva più a MIO agio qu3nd0 Potcvn cledicarsi al suo lavoro sen;,a C'!-><;erc tui·bato contro la sua ,·olontà. Niente gli era pili penoso di quando la ~ua pen~ona era raggiunt~ per caso da un colpo inallcsù di pubblicità. ciò che caJ)itava invero molto r::ramcnte. In tali ca<;i rimaneva 101almcnte indifeso e non sapc,,a che fare. Ebbi occa~ionc di o~scrvarlo in una di quc~tc opporLunità e non dimenticf-,erò l'impressione avu1a. Fu a Barcellona, poco dopo la caduta della mom1rchi~1. N:ettlau soleva fare una visita qt;asi tutti gli anni, dal 1927 in poi. alla famiglia Monls:n_v (Uralcs) e mi scriveva spesso quanto benessere sen– tiva in ques10 ambienic .imichcvole. Aveva scoperlo inoltre, in una piccola bi– blio1cc-a pubblica di Barcellon:i., una quanti:à cli documenti molto interessanti clcll'cpoca della Prima lnterna1.ion:1k:, di modo che nelle su.! visite potè riunire l'utile e il dile11e,ole, il quale er:i. per lui singolarmcnlc importante. Ne1tlau godeva fra i compagni di BarcC'llona cli un grnndc affetto, che 5j basava sulla reciprocità, poichè durante la sua vita ebbe pili simpatia per il mo– dmcnto spagnolo di qualsiasi altro. Molti dei suoi migliori scritti furono pub– blicati in lingua spagnola e, a motivo cli ciò, per gli spagnoli non era uno sco– no~ciuto. Quando nel 1932 ebbe ltiogo a Madrid il congresso della C.N.T., al quale seguì il quarto cong1·esso dcll'A.I.T., giunsi con num~rosi delegati stranieri in lspagna, per prender oarte alle due riunioni. In questa occasione incontrai an– cora Ncttlau a Barcellona, dove i compagni avevano convoca10 per salutarci, una 656

RkJQdWJsaXNoZXIy