Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

Tutti dovettero prestare giuram("nto nelle mani di Fernato Perez dc Luna, e il notaio li minacciò della multa di diecimila maravedì (o se erano marinai o mozzi di cento staffilate) e del taglio della lingua ogni volta che avessero detto il contrario. Ognuno giurò, compreso Juan dc la Cosa che era maestro nel for carte, e che deve aver pensato che questa scena era semplicemente una cosa da pazzi». (Madariaga - pag. 193). Ho voluto ricordare questi episodi. perchè 5j vuol fare di Colombi:) un mar– tire, si versano infiniti compianti sul suo temporaneo esonero dalla carica di viceré, sul fatto che dal terzo viaggio venne ricondotto in Ispagna come pri– gioniero. Ma non si può certo far carico ai re cattolici se non poterono rifiu– tarsi di porgere ascolto a tante lagnanze sul conto dell'ammiraglio, nè si posso– no biasimare se vollero condurre un'inchiesta; e neppure si può dar loro torto se accolsero il ragionevole sospetto che Colombo avesse l'intenzione di diventare re delle terre scoperte. Supposizione avvalorata dal fatto c-he l'ammiraglio, per la sua innata diffidenza e per il timore di dover dividere con altri i p.-ofilti e gli onori, volle sempre affidare le cariche più import:mli soll2nto ai suoi fratelli, - Diego che si mostrava incapace, e Bartolomé simile a lui per l'eccellente pe– rizia marinara e per la disumana crudeltà -, o a consanguinei, provocando così anche il risentimento degli uflìciali che lo avevano seguito e avevano parteci– pato ai rischi e alle difficoltà dell'impresa. Tuttavia i sovrani nOn vennero mai meno alla grntitudinc verso di lui e mostrarono ~empre comprensione nei suoi riguardi, e pazienza di fronte alle sue richieste. Gli apologisti di Colombo, ohre che passare sotto silenzio o giustificare i suoi atti più abominevoli, vogliono anche sottolineare l'azione missionaria da lui compiuta, sostenendo che il suo scopo principale era quello di diffondere tra gli indigeni la fede cristiana. Ma si sono mai chiesti costoro in «che cosa» con– sistesse la religione di Colombo e quale fede egli volesse diffondere? Certamente Colombo accettava tutti i dogmi del cattolicesimo: aveva visioni, udiva voci, si riteneva un prescelto da Dio (tulle cose queste che appartengono più alla patologia che alla religione); prestava fede alle profezie e :"\glierrori scientifici della Bibbia; più d'una volta, nei suoi viaggi, credette cli essere in prossimità del Paradiso terrestre. Dovunque giungeva, piantava una croce e insegnava agli indigeni a farsi il segno della croce e a balbettare qualche preghiera; e poi, non appena ne avesse la possibilità ,portava via a forza uomini, donne, bambini am– massava nelle stive gli sventurati destinnti o 3 perire nel viaggio o ad esser venduti -;ui mercati di Spagna, imponeva tributi arbitrari cd odiosi, costringeva ai lavori forzati. Era davvero un mis<:ionario «sui generis»! Tanto che, nella sua confusione, metteva insieme la conversione degli Tndios e la schiavitù, pro– ponendo ai sovrani di portare _in Tspagna come schiavi dei cannibali per con– vertirli alla vera fede! Confusione che continua nel Revelli, nonostante i mu– tamenti dei tempi e delle idee: «bisogna ora pensare agli Indi, bisogna dar loro la sensazione della potenza delb Sp~gna. E se anche la più sicura fonte di gua– dagno permane quella dell'esportazione degli schiavi idolatri, bisogna anche pensare a nuovi e pii.i eflìcaci mezzi per diffondere la parola di C1·isto fra di 583

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