Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965
ques10 3110 di violenza che segnò l'inizio della rotlura della pace tra gli lndios e gli Spagnoli, come un •errore foncbmentale,- perchè guarda le cose solo dn.1 punto cli vista di Colombo: ma se ci si pane dal punto di vista di quelle sven• turate vitlime della prepotenza altrui, quale nQme si deve dare ad una simile azione? Molto diversamente si comportano gli indigeni, i quali, quando la Santa Maria farà naufragio su un banco di sabbia si sciolgono in pianto per la pietà, mentre le canoe si succedono alle canoe per trasportare alla nva tulto il carico della caravella. «Essi mnnno il loro prossimo come se stessi» dirà l'ammiraglio (Rcvclli • pag. 91), e sono tanto onesti che qu:mdo si procederà alla verifica del carico si troverà che nulla ri<mila mancante. Ma i «cristiani», ma colui che si proclama «messaggero di Dio,,, come si comportano? li giornale di bordo do– cumenta ampiamente il fanatismo e l'immoralità a cui s'ispira la loro condot• ta: •L'uomo che il 6 novembre scrive pcrchè il re e la regina propaghino la santa religione cristiana, il 7 dello stesso mese scrive que'ite parole rivelatrici e assolutamente prive di spirito cristiano: Ieri una canoa si avvicinò alla nave con sci giovani (indigeni) a bordo: li feci arrestare e li por1crò con me. Poi mandai alcuni uomini ad una casa cd essi portarono selle capi cli donne ... E' cliflìcilc esprimere l'assogget1.:imcnto utilit:lrio di un essere umano da parte di un altro essere umano più duramente di queste parole del nostro crisliano ... Questo brano non è meno privo di sentimento umanitario nella forma che nella sostanza, e scrivendo capi di donne Colòn rivela triste m:rncanza di umanità, come 5-C· avesse dct IO capi di bcst.lamc• (Madariaga • pag. 224-225 ). Già l'ammiraglio aveva commentalo la rni1czza d'animo degli indigeni con queste parole: •devono essere dei buoni sci-vi": di qui a proporre la tratta degli schiavi vi è solo un passo. Nella lettera scrilla al tesoriere del re, Rafael Sanchet., per narrare il viag– gio e la scoperta delle nuove terre, dichiara: •lo darò loro (alle Altezze Reali) spezie e cotone quanto ne orc\incranno. gomma d1 lentisco quanta vorranno caricarne, e aloe e schiavi quanti vorranno caricarne, e questi saranno degli idolatri». Come si vede l'uomo è posto sullo stesso piano dell'aloe e del co– tone, pcrchè uomini e cose vengono considerati solo strumento di ricchezza. A questo punto non si può non osserv3re e deplorare il fatto che quanti leggono le correnti biografie di Colombo, entusiasmati del suo successo di sco– pritore, credono bene di sorvolare su certe ... piccolezze, di non prestarvi at• tcnzionc. Gli storici, non potendo fare altrettanto, cercano di giustificare la sua infame proposta dichi3randola «spieg~bile e scusabile pei preconcetti medievali di Colombo sui diritti dell'umanità non battezzata, e per l'apprensione sua di non rendere invisi sè e la sua grande impresa alla corte di Spagna•. (Cesare De Lollls · Cristoforo Colombo nella leggenda e nella storia • Roma, 1923,pag. 140). In realtà la giustificazione non regge, perchl" i soliti «tempi» che, secondo i ben pensanti scusano tutto, permettevano di ridurre in schiavitù i prigionieri di guerra, non coloro che erano ormai diventati, con la presa cli possesso delle terre, csudditi» del regno cli Spagna. Tanto che perfino i re cattolici, i quali, come tutti i potenti, non soffrivano certo per eccesso di scrupoli morali, rima• 578
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