Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

alla vecchia denominazione di Federazione anarchica, quella di Federazione comunista-libcnaria. l motivi ci sembrano ovvii: in primo luogo gli anarchici che avevano ricostituito le rederazio:ii ed i grupp! durante e subito dopo il connitto, sapevano di avere contro di loro grossolani pregiudizi e avversioni profonde; in secondo luogo essi ritenevano utile difendere il loro programma anche nel nome dei gruppi rico~tituiti, mettendolo di fronte a quello autori– tario del Partilo comunista; infine, non è forse eia escludere che a spingerli verso la nuova denominazione fosse la convinzione della rivoluzione sociale imminente (convinzione comune allora nel nostro paese) e intanto la necessità di aprire le porte del Movimento alla quantit~. che si proponevano di matura– re nel tempo. La nuova denominazione si richiamava, è vero, al programma malatestiano, ma non dava la sensazione del rigore ideologico. Anzi, per legare al Movimenlo i numerosissimi giovani affiliati, venuti all'anarchismo perchè spinti da entusiasmo contingente, da sfiducia nei parliti politici tradizionali e dal desiderio di menar le mani, vennero :1douate le tessere e i distintivi, il che suscitò scandalQ fra gli inLransigenti. Le discussioni del Convegno di Mibno rispondono perfellamente al carat– tere che il Movimento :.'tvcva qui assunto. Si auspicava, cioè, la costituzione di una organizzazione di tendenza, come quella costituita a Bologna nel 1920. I convenuti riconoscevano poi la necessità dell'unità sindacale e della partecipa– zione degli anarchici al movimento operaio, onde imprimere alle masse lavora– trici le «diretlive» anarchiche. Incaricavano un apposito comitato di prendere contatti con il C.L.N. Alta Italia, affinchè «sia assicurato il diritto ai nostri compagni di entrare in tutti quei comitati ove il nos1ro ingresso si.i ritenuto necessario ed ultile ai fini del controllo e della preparazione rivoluzionaria». In– fine consigliavano alla stampa anarchica di porsi su un piano di rinnovamento: discutendo i problemi vitali della società e trasformandoli da strumento riser– vato ai già «convinti», in mezzo di penetrazione nelle masse popolari. Furono questi i raggruppamenti (non così perfettamente delimitati) che parteciparono al I Congresso anarchico del dopoguerra, tenutosi a Carrara nel seucmbre del 1953. Senonchè, la coerenza ideologica degli ar.archici dell'Ilalia del Nord, cioi: dei «comunisti libertari», era inficiata dall'esistenza fra loro di un gruppo di delegati che si ;,resenrnvano con l'intenzione. di operare una revi– sione radicale dell'anarchismo, trasformando il Movimento in partito a base marxista. Per cui coloro che temev.:mo un'organizzazione impegnata, come l'i– nizio di una offensiva contro b "purezza» dell'Ide.-' "l.le ,trovarono una giustifica– zione calzante al loro estremo «puritanesimo,.,, Essi invero, non erano molti· traevano però la loro forza dalla saltuaria, incerta e oscillante adesione di tutti coloro che, pur definendosi comunisti-anarchici. nutrivano una profonda e a volte inconscia avversione per \'organizzaione, che accettav:1no per le necessità della lotta e come t.-ansizione con i principi anarchici. A Carrara, oltre a numerose individualità ed ai redattori dei periodici li– bertari, sono presenti i delegati di 25 federazioni regionali o provinciali e di 36 gruppi non federati, in rappresentanza di tutte le regioni d'Italia. Il clima è rivoluzionario e da fronte unico. Tutti i congressisti sembrano formalmente 569

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