Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965
riore rimasero nelle carceri e nelle isole per parecchi mesi ancora. Si trovarono liberi, poi, alla spicciolata. In lali condizioni ogni ritrovamento di compagni per la ricostruzione dei gruppi appariva dÌfficile. Si produsse allora uno dei fotti tipici che caratterizza. rono la ripresa d'azione degli anarchici: per non rimanere ulteriormente isolati, non pochi di essi aderirono al Partito d'Azione. al Socialista o a quello Co– munista. 11che determinò una serie di malintesi, che compromisero seriamen– te il ricostruirsi avvenire di una a.tionc sociale anarchica autonoma. Nel Sud, i gruppi rinacquero fra enormi difficoltà e con essi comparve, fin dal 1944, qualche periodico stampato a Napoli. In quel medesimo anno si ten– nero diversi convegni locali. E finalmente, nel settembre, i delegati dei gruppi calabresi, pugliesi e campani si riunirono a Napoli e giunsero a definire un orien– tamento anarchico, che risentiva della orcoccupazione di cadere nel revisionismo autoritario dei partiti. I motivi di questa paura derivavano dalla constatazione della degenerazione del movimento sindacale, d:tl disgusto verso lo spirito gre– gario coltivato dai regimi di Mussolini e di Stalin, d:1lrisobmento in cui molti dei convenuti erano rimas1i <turante il ventennio, da una comprensibile reazione contr·o la ::tffluenza nel Partito comunista perfino di anarchici. Tutto ciò produs, se una profonda diffidenza nei confronti di una organizzazione impegnata del tipo di quella del 1920, che i cbngressisti giudic:.wano superata. Nei confronti poi dd problema del movimento oper:-tio, il congres~o ~tigma1izzava la ricosti– tuzione al vertice della C.G.l.L. per opera dei partiti di governo; e senza tentare neppure di ricostruire una libcr:i org:rnizzazione operaia (quanti dei congressisti avevano effettivi contatti cOn operai e con cont::tdini?), invitava i compagni di Roma a rerncare espressamente la partecip:-tzione an::1rchica al Consiglio diret– tivo della C.G.LL ., che era <.tata richiesta al compagno Bernardino Dc Domini– cis, già dirigente dell"U.S.I. Sul medesimo piano si pon~vano, poco dopo, gli a– narchici ~icili::1ni,che nell'individualista Paolo $chicchi di Palermo ammiravano un esempio da imitare. Sostan1;ialmcnte diversa la posizione degli anarchici dell'Italia del Nord, che parlccipavano alla lotta partigiana con le brigate Errico Malatesta e Piero Bruzzi incorporate nelle formazioni l\fatteotti, e che cercavano cli riallacciare i contatli nel periodo stesso della domin:1.zione nazista, con vari convegni clan– destini tenuti a Gcno\'a, a Ventotene ed a Firenze e con la pubblicazione di fogli di propaganda in varie città. All'atto della liberazione, la situazione del Movi• mento era brillantissima in tutta l'Italia centr:ile e settentrionale. Nella stessa capitale industriale del paese - che ~ra notoriamente la roccaforte del sociali– ..,mo lcgali1ario - !!ruppi numerosi delle correnti partigiane e dei contigenti operai delle industrie si oriC"ntarono verso J'e,;tremismo anarchico; sicchè quel• l'organizzazione coniava parecchie migliaia di :1derenti. Ancora più solida era la posizione dell'anarchismr, a Carrar::. e nella zona del marmo, di cui sono note le tradizioni anarchiche. Comunque, allorchè nel giugno del 1945 gli anarchici dell'«At1a Italia» si riunirono a Milano, risult:1v :1.no rappresentate 14 federazioni e 8 grupni non federati, per alcune decine di migliaia di soci. come appunto venne affermato. Per la maggior parte, quelle organiuazioni avevano sostituito 568
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