Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965
ma, di eseguire le deliberazioni del congresso e del Consiglìo Generale, di orga– nizzare le manifestazioni anarchiche di carattere generale; quando è richiesto, sèn e di tramite e di corrispondenza fra i Gruppi e sta a loro disposizione per consigli e pos~ibili aiuti pe1· le- iniziative locai!, convoca il cbngresso e le adu– nanze del Consiglio Generale, di cui i suoi membri fanno parte. Quest'ultimo, a sua volta, co.:tdiuva l'Ufficio di Corrispondenza, ddibcra sentito il parere dei gruppi sulle nuove iniziative da prendere, sulle spese straordinarie e su lutte quelle questioni generali, che pur non essendo tali da doversi rimandare al con– gresso impegnino moralmC'nte e finanziariamente tutta la Unione; adotta deci– sioni di carattere soltanto consultivo per le questioni generali di esclusiva com– petenza dei congressi, qualora sic\ costretto dalle circostanze a farlo. Per le spe– se generali dt.:ll'Unione ciascun gruppo corrisponderà una quota fissa mersile per ogni iscritto. Si cessa di far parte dell'Unione per dimissioni o qualora non si contribuisca alle sue spese senza giustificato motivo. Ogni atto pubblico di incoerenza con le idee e il Programma dell'Unione è ovviamente considcra10 co– me dimissione da socio. Come si vede i timori dei nemici della organizzazione non erano gius1ificati. Si trattava infatti non di «revisione» dei principi anarchici, ma di sviluppo delle idee e della loro applicazione alle contingcnzt: attuali. Senonchè il Programma e il Patto suscitarono parimenti polemiche interminabili ed ingiuste accuse, stroncate dopo pochi anni insieme all'Unione, che non ebbe il tempo e il modo di provare l'efficic.-nza funzionale dei suoi staluti, dal sopraggiungere della rea– zione fascista. Il tramonto dei puritani D URANTE il ventennio, gli anJ.rchici resistettero fino al punto di essere fran– tumati, spesso con la qualifica di «comunisti» che ii regime attribuiva indi– scriminatamente a tutti i suoi oppositori. Gli emigr3ti subirono le umiliazioni e le sofferenze di tutti gli esuli antifascisti, senza il conforto e l'appoggio di un'organizzazione; e :::ontribuirono alla lolla contro il regime, anche dalla fron– tiera di Spagna, ove numerosi co.ddero. In Italia, i rimasti furono sorveg.ilati, processati, condannati perfino a morte (clamorosi i processi contro gli attenta– tori di Mussolini: Lucetti, Zamboni, Sbardcllotto, Schirru), o costretti ad iso– larsi, ma anche essi scm-..amai cedere, e sempre presenti nella lotta senza ri– p9so e senza tentennJ.menti; anche se la loro resistenza - che non ebbe i ca– catteri di quella di partito - orodusse meno dornmenti stampati di quanti non ne rc!'-tano nelle biblioteche a ricordare l'attività dei militanti degli altri rag– gruppamenti politici. Non cercando potere per sé e opponendosi in linea di principio a chiunque tendesse al potere, era fatale che q'..lando cadde il fascismo si trovassero dispersi e apparentemente distrutti. JI loro ritorno alla vita sociale avvenne in condi– zioni assai difficili. Uno degli effclli del ci-ollo del regime mussoliniano fu, com'è noto, la liberazione dei prigionieri politici. Ebbene, gli anarchici per ordine supe- 567
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