Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

duce alla rivoluzione», considerala imminente_ Con questa deliberazio11e si inau– gura l'era del terrorismo anarchico, che completa la trasformaziQne dei gruppi in organizzazioni settarie sciogliendoli a volte in individualità con contatti scm– pliccrnenk casuali fra loro, e allontanando il Movimento anarchico dalle masse popolari, che restano perciò souo l'esclusiva guida dei legalitari. La disorganizzazione divenne allora un culto, e numerosi anarchici elevaro– no a principio l'isolamento e il disprezzo degli impegni, nell'errata convinzione che l'autorità fosse l'anima dell'organizzazione, che non fosse possibile organiz– zazione senza autorità. La svolta di Malatesta Conti·(, quest'inl(;J"pretazione dell'anarchismo prendeva posizione decisa Er– rico Malatcsla, riuscendo in qur.lch2 dec~nnio a raccogliere intorno a ~\! tutti coloro che si pronunciavano per una società anarchica e sccblisl:t, fondala na– lurnhnentc sull'associazione federativa dei suoi componenti. Le ddusion:, le persecuzioni, l'isolamento dell'esilio non avevano condotto questo brill:1.nt: ::.agi– Latore e organizzatore rivoluzionario (amico di Bakunin cd esponente dei moli del 1874 e dd 1877) né all'immobilità intellettualistica di alcuni, né all'astrntlo individualismo o all'improdullivo terrorismo di altri, né ad un mutamento del ~uo pensiero verso le corrt:nti legalitarie. Egli 2veva sostenuto la polemica con Andrea Costa intorno al 1880; aveva vissuto parecchi anni in Argentina parteci– pando alle agitazioni rivoluzionarie di quel movimento operaio; era un elemento cli primo piano fra gli anarchici europei, come esponente della tendenza comu– nista-anarchica, che si opponeva alla dispersione individualistica cd antiorganiz– zatricc. «Noi - diceva il Mal3testa - crediamo che l'accordo, l'associazione, la organizzazione sono la legge della vila e il segreto della foi-1.a,oggi come dopo la rivoluzione». Infatti, «meno siamo stati organizzati e più ci siamo trovali alla discrezione di qualche individuo ... L'Organizzazione, lungi dal crea1·e l'au10rità, è il solo rimedio contro di essa ed il solo rnczzo perchè ciascuno di noi si abi– tui a prendere parte attiva e cosciente nel lavoro collettivo e cessi di essere stru– mento passivo in mano di capi». Quello che l'agitatore proponeva al Movimento anarchico italiano, era un ammodernamento risponaente alle esigenze della propaganda proselitistica e della difesa. Tn primo luogo egli poponeva la costituzione di un «partito sociali– sta-anarchico rivoluzionario internazionale», con piattaforma strumentale comu– ne a «tutti gli anarchici appartenenti a tendenze diverse». Lo schema non pro– spettava la forma di organizzazione della società post-rivoluzionaria su cui i gruppi potevano divergere e che solo l'esperienza sotto nuove condizioni potrà suggerire; ma precisava i punti su cui gli anarchici non potevano non essere d'accordo, senza rivelare vuotezza ideologica, confusione rnenlale e improvvisa– zione dottrinaria. Tn secondo luogo Enrico Malatesta deplorava l'isolamento 562

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