Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
sua a chi comanda - co1T1e la spada è lo strumento di chi l'adopera - non è rc~ponsabile dell'uccisione: e pertanto non agirono contro que– sto precetto, che dice "11011 ucciderai", quelli che per volere <li Dio fe– cero guerre; oppure rappresentando un pubblico potere secondo ie leggi punirono con la morte i malvagi». 1n vcrit~, l'interpretazione agostiniana dell'ingiunzione biblica (n,on uccidere» è esatta, giacchè tale comandamento del dec::tlogo si– gnifica semplicemente (i non commettere assassinio»: infatti la guerra, la si rage dei nemici, la pena di morte erano considerate istituzioni na– turali, secondo l'antic::t legge d'Israele. Ma comC' mettere d'zccordo la guerra con il µrecello evangelico dell'amore del prossimo? li santo dottore non si sente certo in imbo.razzo per questo, e, approfittando delle non poche incongruenze del Vangelo, riesce a trovare la giustifi– cazione della guerra nelle seguenti parole di Giovanni Battista: «an– che dei soldati l'interrogarono dicendo: E noi che dobbiamo fare? F.d egli a loro: 1 on fate vessazioni, non calunniate, e contentatevi del– la vostra paga» (Luca - lii' - 14). Per S. Agostino ne consegue che la guerra è lecita, altrimenti il Battista avrebbe risposto ai soldati: <<getta– !C' le armi, abbandonate la milizia, non colpite nessuno, non ferite, non ucLidelc ... » (Contra Faustwn _ L. XXII). Ma tale non fu la risposta. E sebbene il nostro do11ore tenga presente a1"!chel'eventualità che il potere possa andar n finire nelle mani degli ingiusti, non retrocede dalla sua posi?ione: <<talvol!a gli inriusti ziungono agli onori del seco– lo: ma quando vi siano giunti, e si~no èiventati giudici o re, poich\! Dio fa questo per la disciplina del suo po9olo, non si deve far a meno di tributar loro ossequio dovuto alla carica ... :mche da pa1 te dei mi– gliori» ( Euarrario in Ps. CXXIV). Non solo: ma l'obbedienza ha per S. Agostino il potere di mutare il contenuto dell'azione: «cd Abramo non ~olo non è accu' -a.lo cli cru– deltà: ma anzi viene lodato per la sua pietà, ocrchè volle, non p:ià per malv;"ll!ità ma per obbedienza, uccidere suo figlio)> (De Civ. Dei - L. l cap. XXr). Ciò posto è davvero un peccato che p:li avvocati difensori dei criminali di guerra non abbiano la lodevole ahitudine di dedicare le ore libere allo studio dei testi dei santi dottori: vi troverebbero in– dubbiamente argomenti validi per b difesa degli imputati! Perciò l'opposizione alla lel!ge a favore dei:?liobiettori di coscien– za, sostenuta dai cappellani militari, non è un fatto casuale e episodi– co. // male sta alle radici. li fo2lio monarchico così continua: «una legge a favore degli o– biettori cli coscienza, cioè dei dio;ertori, sarebbe gravissima offesa ai Caduti ed ai loro congiunti anche se spesso oggi dimenticati)). Invece è precisamente l'opposizione alla guerra il solo modo per onorare tut– ti i caduti, tutte le vittime infelici di tulle le guerre: è sollanto nella applicazione del principio di non violenza che si può trovare una in– terpretazione ed un valore umano del loro sacrificio. EMILIA RENSJ 454
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