Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965

zionc più della virtù, potrà cssc1·e al massimo oggetto della nostra commisera– zione, p::rò soltanto un pazzo gli affiderà qualcosa rilenuta preziosa. Sebbene la verità sia in sé di natura immutabile, essa può pt·rvenire ;;\Ila mente umana soltanto per mezzo dei sensi. E' quasi impossibile che un uomo rinchiuso in una sala giunga ad esser saggio. Se vogliamo acquistare conoscen– ze. dobbiamo aprire gli occhi ed osservare l'universo. Sino a quando non ci fa– miliarizzeremo col significato delle parole e con la natura degli oggelli che ci circondano, non potremo comprendere le proposizioni che si formano intorno ad essi. Sino a quando non avremo preventivamente acquisito una simile cono– scenza, non polremo fore dei raffronti con i princìpi già ammessi, nè conoscere la loro applic~1z1one. Oltre alla scuola della sn:ntura, esistono altri mezzi per acquistare capacità e sapere, però essi sono legati intimamente all'esperienza. CioC:: ~ l'esperienza che ci porge i materiali che servono per il lavoro dell'intel– lcuo; tuttavio. è necessario riconoscere eh~ un uomo di li-,nitata esperienza è spesso più capace di un altro che abbia conosciuto diversi luoghi; oppure che un uomo può ottenere maggiore esperienza, nello sp3zio di qualche chilometro quadrato. di un c1ltro che ha percorso il mondo intero. Per cornpr~ndere l'esatlo valore dell'esperienza, dobbiamo ricordo.re i grandi progressi rcalizwti dallo 5pirito umnno attraverso i tempi e debbio.mo tener pre– sente la differenza esistente tra un europeo colto cd un selvaggio solitB.rio. Per quanto questo progresso sia multiforme, vi sono due modi che consentono all'uomo cli conoscerlo. Il primo, mcdiant:: 1a lettura e la conversazione, cioè in modo indiretto; il secondo, mediante l'osservazione degli uomini e delle cose, cioè dirc-trnmente. La conoscenza che 5j potrà otlenerc atlrave1·so il pri– mo modo è illimitata, anche se non basta di per sè, e ciò pcrchè r.on possiamo comprendere i libri se non abbiamo visto gli oggetti di cui qu<:'lli t1attano. Chi clic.;..:! di conos,:;ere la mente umana, deve averla osservata da sé; chi dice cli ave,·c dell'uomo una conoscenza molto intima, ha dovuto osservarlo nelle pili dive1·se condizioni. Ha dovuto studiarlo mentre non simulava, qu3ndo nessun fatto esteriore freno.va le sue passioni e quando r.on era obbligato ad apparire quello che non cr.1, in contrasto con la spontaneità. Deve aver visto gli uomini nei momenti Lii esaltazione, quando il furo1·c di un etfimero risentimento infiam– ma le loro parole; quando si sentono animati òolla spcran.w, oppure quando il loro onimo è torturnto e lacerato dalla disperazione e senlOno il bisogno di con– fidare i lorn più intimi sentimenti ad un cuore amico. lnoltre, deve essere stato, egli stesso, attore nello stesso scenario; deve aver posto in gioco le sue passioni e deve aver vissuto l'ansia de\l'att?sa o l'estri~i del trionfo. O sarà passato attra– verso dette esperienze o comprenderà e senlirà tanto poco ciò che concerne i probl:""mì umani come quelli che riguardano gli o.bitanti cli Mercurio o le sala– mandre che si ci-ogiolano al sole. Tale dev'essere l'educazione del vero filosofo, del vero politico, dell'amico e hencfattore ct.:lla specie umana. Qual è, invece, l'educazione di un principe? La sua iniziazione avviene alla insegna di mia straordinaria docilità. Non si consente che la br~zza accarezzi la sua per.:;ona. Viene spogliato e svestito do. inservienti e da lacche'.:.Le sue neces- 520

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