Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
Dal frullo s1 riconosce l'albero M F.NTRE LA QUESTlONE degli obiettori di coscienza è sempre all'ordine del giorno, non fa certo meraviglia, per chi abbia esperienza delle umane vicende, vedere la chiesa cattolica schierarsi decisamente, per mezzo dei cappellani militari, contro quelli che si ri– fiutano di partecipare all'eccidio di coloro che considerano fratelli. Naturalmente la chiesa si dimostra sempre contraria, per princi– pio, a qualsiasi forma di ribellione ai comandi delle autorità costitui– te (eccezion fatta per quelli che recassero danno ai suoi particolari in– teressi o fossero in contrasto con la sua autorità), perchè ogni genere di disobbedienza, in qualunque campo, tende a minare anche la base sulla quale essa è fondata: la sua infallihilità ed il conseguente obbli– go, per le genti, di ae< .::eltare il suo imperio senza discutere. Perciò, an– che in contrasto con il principio evangelico di fratellanza e di amore del prossimo, si dichiara risolutamente a favore di chi è disposto ad obbedire alle leggi dello Stato, che lo obbligano alla guerra. Così il presidente nazionale dell'Associazione c~ppcllani militari, in una let– tera aperta, pur asserendo che la chiesa è sempre contraria alla guer– ra, non esita ad esprimersi in questo modo: «Ma in linea di principio se il governo legittimo e responsabile della Nazione, per la sua vita e per la sua difesa, decide di prendere le armi, ai cittaàini cui giunge il richiamo della patria non deve essere assolutamente lecita e soprattutto legale la disobbedienza ... » (Fedeltà monarchica - Genova - aprile 1965). La lettera del presidente nazionale si può considerare una suppli– ca diretta al presidente del senato e della camera, per esortarli a dare il voto sfavorevole alla legge per gli obiettori di coscienza, nella quale gli «scrupoli religiosi ed umanitari)) si defir.iscono comodi e sono con– siderati come una <,vi!tà». Si dimostra così ~hiaramente, una volta di più, quella cecità morale, la quale è incapace di rendersi conto che l'obbedienza, priva di consenso, è solo frutto di opportunismo o di paura. Ma chieso e mi!itarismo vanno d'ac:-cordù, gia.:chè i metodi so– no uguali: infatti i cappellani militari, c:on le parole del loro presiden– te. si professano '<sacerdoti e soldz.ti devotissimi a Dio e alla Patria'> - senza neppure accorgersi dell'assolL:ta incorr.patibilità di questi ter. mini. Del resto il problema non è nuovo. Già era posto al tempo di S. Agostino, e da S. Agoslino risolto con argomentnzioni che concordano in pieno con il giudizio degli attuali cappellani militari. Il De civita.te Dei ( L. I _cap. XX I) afferma che vi possono essere eccezioni al coman_ <lamento «non uccidere)), per ((quelli che Dio comanda vengano uccisi o per una data legge, o per un comando particolarmente espresso, se– condo l'occorrenza, ad un funzionario il quale, siccome deve l'opera 453
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy