Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965

Se nei banchi appresi a creder.: obbedire ccmbattere, sulla cattedra non lo permetto, m:mmc·no a beneficio di un •pontefice» c-he cominciò la carriera, pres– so gli antichi romani, quale adcletlo alla •Costruzione del ponte» sul Tevere e, di poi, con uno scallo assurdo, divenne viccdio sulla terra e proprio dalle parti nostre. Quant'è noioso questo profos~ore con le etimologie e la sem.intica ! Ci ~i convinca, però, che a \'Olte, facendo la storia delle parole, può venir fuori la storia dei fatti e molli di quc.:,ti - ne so di più per anzianità - son fatti di pa– role. Ripett.!tc a voce cupa: molti molti. A diciannove anni, dopo la disfalla, cominciando ]'invasioni.!, culminando la miseria, credclti di aver trovato il mio posto, che non con~ist .:ssc pili nel sogno dell'impero romano, ma nel conseguimento di effetti tangibili di giu.:itizia so– ciale. E dire che perfino al liceo :wevamo timore di giurare il falso sulla tcssc– rn fascbta ! Cominciammo con l'n.dornn: la b~ndiera invitta della patria im– mor1alc; soltanto do;><> la scuola la ,oltammo ,.. la capimmo come sozza bandie– ra di capitale e commercio, e, con e.:.sa, il p.:ccato· originale del \'i\'crc del la\'oro altrui. Ora che cosa si pretende da noi? mirare addirittura al sublime religioso? Chiudiamo piuttosto le bettole e le chiese, le b::ttole perchè con misture ubriaca_ no il corpo e le chiese perchè con im1)0sturc ubriac ;i.no le spirito. Bakunin con~i– glia pure la rivoluzione che le può chieder:- con sicuro successo . ..1 grandi uomini hanno fatto del bene•. Preside, m'ero climcnlicJto di voi: dove siete? dove sie1e? Ah, sì, vi vedo ora. Anche se romanlico, JITcrrate l'offa e mangiatela net banco menLrc io vi parlo dalla cattedra: il bene, le riforme vcn_ gono sempre dal basso, s~mprc dalla co.:icicnza dei po1)0li che si ri1;oltanu, agi• scono di conseguenza e concludono: giustizia è fatta! li grande uomo è un se– gno che 5ta per la cosa significala. Gli passano i dieci minuti - è fatto così - e si mene a interrogare altri gio_ vani su Platone Aristotele Stoic1~mo ecc. E così pas.sa pure un'orn.. Abbassando il sipario ... lsp~llore, che abbiate fo 1 ,to confm,ieinc tra mc e un al1ro?! tengo un sosia, qui in città; è più giovane, ma mi rassomiglia un poco; è un op"raio, ci vediamo e ci salutiamo sempre. Mi dite di e'-'scre sicuro di no! E allora ve lo raccomando nella prossima crociata che vi consiglio e auguro: più umana e so– ciale ~. favore cli chi guadagna q:..ianto '.>asta per l•c-stemmiare il Cristo, come io sentii una volta e una donna. E' un nuovo martire che s'afferma: lo è ~!alo scrr.pre cli fotto, ma non po– trà mai e:-.~c.-lo cli canonico diritto: vive ignoralo Ira la folla; è un martire eh.:: si sveglia presto la mallina e ritorna ::i. casa lardi la szra per guadagnare il pane cn! sudore della .:,ua fronte; ha superato lo stnto pccc~minoso, dovuto non a li– biclinc o libido sciendi, ma a coscien1;a mancata e ora operaute. Martire non e soltanto chi muore per un ideale religioso, ~li eroe chi lolla per un ideale patrio!. tico - che n \'Olte -santi '-i <1iventa per propagar.da ed eroi per nece~sità - ma n.nche chi lotta co111ro la fame ,; ;enzn.gw, tarc il piacere del viv:!re. E si nbbia una intelligenza tale - e non molta - d.1 c-apirc che a Dio non si giunge a1tra\'erso un mediatori.! o un ruffiano o pagando una tassa di stola nera, ma che Lui si rea. lizza qua in t .:rra solo dopo aver lavorato con la mano o la mente durante la vit.1 e dopo aver lollato tutti i negrieri clr.:lla ,ocictà moderna, .i cominciare da quelli che vestono di nero: patrizi, preti e figli <li preti. Pr"side, toglietevi il cappello 507

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