Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
ls categoria e contro la classe dominante. Se il governo l! ingiusto, un innocente non deve bc,·e la cicuta. Scusami, Socrate, se so di sapere una cosa: i governi sodisfanno solo le richieste di quelli che pagano molte la'-Se e di quelli che mi– nacciano continue sommosse; i pi-imi pagano soldi per 1·cstare !)adrnni dei go• verni, i secondi pagano di persona per rest~re pndroni di se s:tcssi. Altri restano poveri d1 spirito e poveri' di tutto, gregge mansueto e pio che conosce solo b preghiera che lascia intatti i soprusi';! le soverchierie, e non la bestemmia e·la 1·ivolta che hanno sempr~ salv2to I'.!ultime !dcc, libertà e giustizia «E non credete agli ignoranti!». Preside e presule, después de vosolros: per l'apoteosi dell'ignoranzo avete fallo opere sup~rerogatorie. Scrissi, tempo fa, due commedie, delle quali: la prima è un allo grnnde dedicato a voi, la seconda intitolata «E la vita continua» è in tre .itti, ancora più grandi, dedicati all'uomo nero, a Blackman. Ora penso di scrivere «L'ultima crociata dei pe2.2cnli», dove non avete il disonore del protagoni:.la, ma fate la figu1a della servetta, Colombi– na di padron::1 Rosaura, o, tull'al più, la parte del corifeo dei giannizzeri; e giac– chè ci troviamo: siete un pupo, manovrato eia chi non si v.!de cd è - jncrcdibi– lc - un pinocchio. «I preti sono brava gente». E voi meritate - come si usa offendere nei pae– si protestanti - essere governato ancora dai papi. Uomo. resta ciò che sci: l'animale più 1a,e:ionevole. Non guardarti dietro. ché la coda non se ne scappa; considl!fa piuttosto ciò che nascondi sopra gli occhi per pensare e giudicare qua1110 hai visto p1·ima, rna senza volare troppo in alto e, soprnllutto, senza st1·isciarc: lca10 cadde e il verme, anche se! millepiedi, resta sempre terra terra. Uomo, r:scattati: può incoraggiare il fatto che nelle ul· time elezioni i bottiglioni d'inchiost10 hnnno perso un pocc - come Blackman che ,si vede sfuggire.; i giovani clienti perchè hanno appurato un papa puer, figli di papi e, per naturnle e nppiccicoso accoppiamento, mogli cli papi - e perderan– no di più nelle prossime. E quando vi orientate per cambiare rolla, non fate, preside, lo schifiltoso: questo partito è plebeo. quest'altro di più; chi più plebeo di voi?! «Non date retta ngli i&,'llOranti!». Auff::t! E va bene: ma Voltaire l'ho letto, potete giurarlo pure voi. Ultima parola: io ignor.'."\nlesilenzioso (e si vede) e voi ignorante chiassoso (unquanqu0 s'è visto); e non ~e ne parli più. Profitto dcll'cccasione per spiegarvi che «auffa» si può scrivere pure «auf». però questa seconda ,occ è altresì l'abbrev:azionc di «ad usum fabricae», che e. ra t'etichetta per Jc5ignai·e i materiali da costruzione e altro, destinati all'eri– genda chiesa di S. Pietro in Roma al principio del secolo XVI, cd ~senti da qual– siasi gabella o molestin laica, dimostrando pure questo che è poco ncccttabile la puerile scusa delle strettezze finanziari~ o delle nc..cessità artistiche della chiesa per copdrc lo scdndnlo dcllç indulgenze, che raceva dire a Ulrico ,·on Huttcn: «Roma è l'oceano di ogni impurità, il pantano di ogni ncqui7Ja, l'immensa palude ove abita il Malvagio», e il papa è un verme, che si distende (Ulrico, vai faciic) «nel suo antro immenso, carico di ogni sozzura, dove egli divora in silenzio tulio ciò che dal!e nitre parti del mondo si raccoglie e rapina». Caro Ulrico, e il lupo ha perso il p(']O in Germania, ma non il vizio in Iialio. «I grandi uomini non si devono dlsJlrezzare». TI preside, a mo' d'esempio; Ulrico von Hutten, a ogni 1110·. 506
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