Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
J progelli per disi11cagliare il partilO da ({ll<'Sla posi:ione generi– ca di pro!eslll e di la111e111ela e i11serirlo in w1 reale sviluppo politico rn110dil'ersi ma llllli fw11oge11i. Essi vanno da 1111'appare111e (1ttlo110• mia dalla guida ru:;sa che lo lasci disponibile al gioco delle mag[l,io• ra11ze, al partito 1111icodei lavoratori, al/'alter11a1iva di 1111a 1111ova 111aggiora11zadi sinistra, al/'alletmza con la si11isrrn cattolica. T111ti proge11i bocciati in partenza dalla realtà delle c<1s1•.Del resro è 11ella 11alllra di questo partito di 11011 co11ferire ll/J 11a/ove i11sè alle qu'.!– 'ìtinni che 'ìollevt1 111aadopera,•li u11icamc1tte come strume11to per seco11di fini: ieri per /i11i i111er11azio11ali, oggi per fi11i elettorali. E così co111iw1erà ad agitare q11esti ed altri p.,-ogefli.preteslO senza im– pegnarsi in 1111a li11ea reale che lo definisca. Se pote,;se uscire da questo vuoto strw11e11talismo, due sono le vie che gli si aprono davanti: dichiarando la sua libertà d'azione dal– le diretlive russe, esso potrebbe essere il partito delle ,·,"forme slnll- 111ralidel capitalismo italia110, i11sere11dosidec1sa11,eme nel 1111ovocor– so aperto dt!I Cf!lllro-5i11istra; oppure essere il pm·tito del potere co11- trat1rwle dei lavoratori, sdluppwulo fuori da og11i preoccupazione e– /e11orale 111ra linea politica leRata alla questione operaia. Ma 11011 po– trà intraprendere 11è l'una nè l'altra strada senza sp{lccarsi in due lro11- coni clte preferisce invece te,zere insieme co111i1111ando ad agitare pro– gefli-pretesto sc:mzaimpegnarsi i111111a prospe11iva reale, 11è in q11es1ioui di gnmde portata. Comi1111eràad essere la più grande bo/lega elettora– le del malco11temo generico, che è la s11aunica possibilità di sopra11vi– vere come [!rtmde vartito in 1111a 11or111alirà sociale seuza guerra, nè in– cubi di guerra. S11/ piano governativo parlw11entare, la ,;1.1a fO."'Zllelettorale 1101t p11òeçsere scal/ira ,;erfrimeute; la sola iniziativa cf,e possa esautorarlo è quella fuori dal governo e dal p(IJ'/ame11to: è /'iniziativa delle 1nasse popolari. Q11a11doqueste masse, che già han dato segui di huliscip/i11a, i11- comi11cermmo a nuw,•ersi senu, 1111oripolitici e ad esprimere da sè le proprie ragioni di lolla e di rivolta, incomi11cerà allora la liquida– zione po/irica del partito co1111mista italiano. Esso sente clte il vero pericolo viene da questa parte ,~ dimostra u11a acuta se11sibili1à nel pre,•enire o sventare le ù1iziative auto11ome della base popolare. U11a ;;i,11ilenovità della si111a:io11e italia11a, data dal risveglio dell'azioue di– rei/a e di a11te11tiche idealità di e11umcipazione soriale, s,•11oterebhe il partito comunista dalla sua allllale fw1zio11e dr oppositore di comodo. /11questo ct1so, /'opposizio11e legale /ascerebbe il posto all'opposizione reale della 11azio11'! lavoratrice che, stanca di chiedere giustizia, inco- 111i11cerehbc a farsi giustizia da sè.. Ma se è questn il solo modo di esau– torare il partito co1111mista,gli a111ico111unis1i uflìciali sono forse i pri- 111 a volerlo co11servare. ALBERTO MORO'IJ 452
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