Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
Sembra quasi. e non a caso, che per la società sia più grave separarsi dal coniuge che ucciderlo. I! separato può c:.s.':re una persona rispettabilissima sotto tulli gli aspetti, ma basla questa sua posizione pcrchè la societil gli faccia sentire una certa pre– v~mione che crea in lui un complesso di inferiorità. Ci -,ono coloro che se ne fregano e per non restar· soli s 1 formano un'altra famiglia, ma c'è pure chi non può pensare che la donna, la quale ha risvegliato in lui b fiducia nella casa e nella famiglia, sia considerata la sua concubina. lo invece penso eh:! ogni donna che sappia essere la vera c0mpagna dell'uo– mo che am.'.'\, è moglie, anche se non è sposa, così com'è concubina ogni sposa c-hc \'d a letto e si fa mantenere dal nrnrito che non ama e che spesso anche lradisc-c. Lo slC~:,O Dirillo Romano giudicava turpe e immorale che i coniugi convi– vessero senza accordo (nuptias, non concubilus, scd consensus facit). Ma per la mo1·a!issima socielà di oggi è morale il contrario. Si pos:.ono fare un'infinità di disser·tazioni sul matrimonio come istituzio– ne sociale e ba,;;e pc1· l'educazione dei figli ma basta osservare ciò che accade tulli i giorni per capire che voler salvai·c a tutti i costi l'istitu;,;ionc matrimo– niale con le leggi oc\iernc fa pens:-ire al supplizio di Caligola che condannava un vivo ad essere legato, fin'o al suo disfacimento, ad un cadavere. Si deve pur trovare una via d'uscita, non cci to una soluzione liberalitaria, ma una maniera oculatam~nte studia1n per ridare speranza, anche a distanza di anni ( 10 ad esempio) di poter riacquistare quella posizione sociale ~1 cui tut– ti i cittadini hanno diritto. Se ciò è stato concesso alle prostitute, agli illegittimi, ed anche agli erga– stolani, perchè non ai separati? Solo tre nazioni fra cui l'Italia non comprendono fra le loro leggi quella sul divortio. E' questo un segno di civiltà? All'estero, la stampa più acrceditata, alferma che la situazione matrimo– niale in Italia è oggi una delle pili primitive e arretrate del mondo civile; essa contraddtc:! anche la Costituzione, viola la libertà del cittadno e nuoce all'sti– tuto familiare. Non è forse prcreribile il divort:io, ::ilmcno c<•mc proposto dall'On. Sansone, alla scparaziorn:? 11 divorzio non sarà mai s111nolo allo Sl ioglimento del matrimonio, più che non sia f1·cno al delitto, la pena; la separazione invece è la fucinn del concu– binaggio e delle relazioni adulterine da cui nascono i bastardi. Vi possono essere due obiezioni: una è !a pc~sibilità di riconciliazione, ma quant.! separazioni ci ,;;cno e quante riconciliazioni? Seconda obiezione: - Cosa dl\·erranno i figli dopo il divorzio? - Si può chi<"dcrc: - Cosa diventano dopo la :.eparazionc? - Non è l'atto del divorzio o della separazione che fa il male, è il quadrn odioso della guerr::. intestina che ha reso necessari quegli atti. Tconiugi di\·orziati non perderanno la speranza cli cancellare, col qt•adro dì un::1unione pili felice le fatali impressioni della loro prima unione e, non essendo coslretti a ri- 466
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy