Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
la difesa ddl'.:i.,ionc diretta; è, in brev.!, il modo con cu: si esprimerà il sincl~1- cnlismo. Per l'uno e per l'.:i.ltro, l'economia prevale s1_dlapolilica e Proudhon esprime questa conce1.1onc particolarmente in ldéc Cénéralc etc la Révolutlon au XIX slècle. Qul;!sto scopa è il leit-motiv dì tutta l'opera di Baklmin, il quale ,,uole di– mostrare che lo Stato poli1ico deve sparire e che, per 011encre ciò, occorre ri– ..,oh-ere il problema cc.onomico e non quello polilirn. Ancora un.:i. volta, ecco precisarsi il contrasto con Marx da parte dei due pensatori. Intatti Marx int.::ndeva '-Uborclinnrc tutto :1ll'azionc politica, soste– nendo che qucs10 era il primo dovere nella lott.:,. pl'r l'emancipazione operaia. Il contra!>lo Bakunin-P1·oudhon contro Marx è profondo cd esso si a.cccntuerà ben presto aggra,·ato dall'avversione. In Prouclhon, così com.:: iu Bakuniu, Il' ~uggestioni, le idee sono in conti· nua gest:vione, scaturendo da una miniera inesauribile, giacchè i loro pensieri si ispirano ai sentimenti della vita, in un contatto continuo che tiene dietro ad un unclito rivolwionario di grande portata, ,;cnza mai dare una !ezion:: definitiva. Nel libro manti citato, Proudhon afferma: «Non pili autorità! Ma il Conlra1to libero al poslo della legge assolutista; «la lnmsazione volo1ltarla iii pllslo dell'arbilrlo dello Staio; l;.1giustizia "equilaliva e mutua al posto della giustizia sovrana e dlslrlbulth•a; la "morale razionale, ul 1>osto della morale rivelata; l'equilibrio delle forze, «so~tituilo all'equilibrio dei poteri; l'unità economica al posto della cen– «tralizzazione politica. Ancora una volta non è cJò che oserò chiamare un «mulamenlo completo, un giro su se stesso, una Rivoluzione• (pag. 309). E' ancora Proudhon :id affermare che l'org:mizza.1;ione dei iavoro rappresen– terà l'abolizione del capit;ile e del potere, scrivendo: L'atelier fora dlsparaitre le gouven1cment, Bakunin non t?nlennò quando oppo!,e Prouclhon a Marx; quanto scrive è -.o,·prendcntc: •Proudhon aveva compreso e sentito la libertà meglio di lui. Proudhon, «mc111rc l'altro foce\'3 della dottrina e della mctartsica, aveva il vero i– «stinlo del dvoludom1rio». Non è forse vero che Bakunin, in L'lclée Cénéralc dc la Révolution au XIX slècle, trmò le basi che dovevano guidarlo nell'elabora.donc dei suoi scritti e nei quali, a -sua ,olla, egli anelava formando il suo ideale, che sino allora era rima– ..,,o cao1ico? on c'è da dubitarne allorchè si rilegga l'opera di Bakunin. Per Proudhon e Bakunin, la libertà C:: vita, cr-eazione, mentre per Marx re– sta un a-,tratto pos1ulato. Entrambi avevano visto nascere l'Associazione Internazionale dei Lavorato– ri e così, come Bakunin ngli ini.1;i,Proudhon non adcrl ad essa anche se nutrì simpatia per questa capacità della classe operaia. Nè l'uno nè l'allro videro la decadema ddl'lnt<Tnazionale, nè assislellcro alla sua fine. Tuttavia, entrambi I.i inflm:n1:arono e gli aderenti riposero il lc,ro id?nlc ncll'ur;o e nell'altro. f,cco ciò che resta di valido e di importante quando si vuole guardare con cura a qucs1i due idealisti, a questi due anarchici generosi. (1radu1ione 0. 5.). IIEM DAY 463
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