Volontà - anno XVIII - n.8-9 - agosto-settembre 1965
fia, la pretesa ris1>0sta alla Phlloso1>hic dc la Misèrc di Proudhon, il quale non dà im1>0r1an1;1ai propositi malc\Oli di Marx poichè a lui in1crc~sano i sentimenti di Cri.in t: d'Ewcrbcck. Proudhon a~colta,•a con at1en1.:ionc quanto gli ,eni,•a in– '>l!gnalo comcrsando. A questo proposito, .!SÌSt<:un :1ncdclo10. riponato dai bio– grafi di B:1kunin, e hc si rifcri:-.cc al 1847, epoca ir. cui Bakunin - il quale si tn>– \ ,:n-a ;:1 Parigi - si era lcg::ito intim.nncntc a ProL.dho:, inizbndolo ~.Ila filosofia cli IIC!!cl. E' HcrLCn a raccont;:m;.=questo anncddoto, il qual~. se può essere messo in dubbio t·irca i fatti. rapprcscnia tuttavia il riflesso di una vcrittt che ha alcuni lati pit101c-;chi: •In quel 1,criodo, Proudhon spesso e volcnlicrl ~.I rceavn da lui rcta Baku• •ninj per sentire la musica di llcichel e l'Hegel di llakunln; nrn le discus• •sioni filosofiche lo interessavano pilt delle sinfo1de ... Una scrd, Cari Vogt •- che abitava anche nella rue dc Bourgogne e si rcc;:wa ~>esso da Reichel ce da Bakunin - annoiandosi ad ascoltare le elen1c discussioni sulla fe. •1torncnologia, se ne andò. L-. maltina dopo, ritonrnlo J>Crcercare Reichel •Col quale doveva recarsi al Jardin des Plantes e stupito nel sentire, in u1uell'ora matlulina, una conversazione or.:imata nella cmncra di Bakunin, «apre la porta e che vede? Proudhon ,i;! Bakunin, scduli allo stesso posto •del giorno prima, davnntl al fuoco s1>ento ciel camino, che lcrntinavano •con qualche breve frase In discussione avviala la sera prcccdcnle», kan Maitron, non solo ha o ~scrwl.lo acutamente che la 1cstimonianza di Ba– kunin fa tc~to sul pensiero di Prouc.ll1on, che il !)rimo 1ivenclica, d'altronde, con fen·o1è, ma ha detto altrcsì quanlo fo:ss~ d..:bit0re verso il padre dell'anarchismo in Francia: •il primo a nurrire del tenero rispelto ... per la memoria di Proudhon•. Nel \Olumc IV delle <;ue Oeuvrcs, Bakunin chiarisce che il .-.uo anarchismo è cli prouclhonlsmo largamcnlc s,,1Ju1>1>atoe spinto sino alle sue ultime conse– guenze•. Ma, innanzitutto, Proudhon è mutuali!-ta e Br.kunin è un collettivista anli• 'ìlatalc. Ecco due te:.timonianzc dcll'csp1·essione dell'anarchismo. Attraverso il tempo, esse si preciseranno me~lio, si amalgameranno, gfacchè entrambe, attra– verso il fcdcrnlismo, ritroveranno un'ide~ fonckimentale dell'anarchismo di sClll· pre, la quale ,;i afferm~rà lungo gli anni per la sua difesa della libertà. Entram• he ~i ,·ìtrovcranno nd medesimo comune ideale. Che 'ii po~sa pervenir~ a queslo !;Copo attrm·erso le vie della non•violenza, o della \iolenza, è una con1racldi1ionc che può a,·erc import:mza maf?giorc oggi anzichè ieri. A mio ~wvi~o. Proudhon è pili :mtiautoritario di Bakunin, il quale \ uole 1>ortare dovunque la rivolu1ionc e mulare le norme e~istenti con la forza. In cConlrJdictions économiqucs (3), Proudhon scrh·c: •Chiunque, 1)(>rorganlrtarc il lavoro, fa appello al potere ed al capitale •mentisce, perchè l 'orp:anl7.zazlone del lavoro deve essere la conseguenza «dell'abolizione del ca1>llalc e del potere». E' qu..:sto, in poche parole, il progrrtmma del mondo del lavoro e, inoltre, 01 Voi. Il, 1 edizione. pag• 298. 462
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