Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

toli nobiliari. Sebbene i benefici sit\nO ::i.ssai facilmente dc, 1 ali per via delle ~pe– se minime di gestione, la loro cinquantina di proprietari si trova di fronte al crollo della domanda panicolarmcntc aggravato dopo la guerra: conserve in scatola e pesci congelati restringono dovunque la pratica delle salamoie, men– tre le saline del golfo di Aden, e-reale mezzo secolo fa eia Trapanesi, sono in pieno sviluppo e gli Scandinavi. tradizionali clienti della Sicilia, si volgono oggi verso il salgemma o il sale i-:ovietico. Ci si sforza cli organizzare a Trapani uo consorzio non solo per la vendita, come è già il caso, ma pure per la produ– zione, che sistemerebbe le saline in un solo insieme di vasche. ma in atlcsa di un aiuto che la Regione non si decide a fornire, si esita, in questa congiuntura sfavorevole, a rischiare la costosa iniziativa• - scrive ancora la Rochefort nel– l'opera citata (pagg. 233 e 235). Da allora, sebbene le va,;che fossero state ridotte della metà, i nuclei di sale invenduto divennero pnmancnti nei dintorni di Trapani (dove è pertanto sorta nel 1959, con l'aiuto della Società Fin:mzfriria Sicilbna, la Società Industriale Estrazione Sali, con lo scopo preciso di favorire l'esportazione, società che, pur essendo la più imparante, aveva nel 1961 un capitale inferiore ai due milioni) e perfino a Porlo Empe<locle, dove si concenrra il s.tlgemma agrigentino: proprio cinquar.ta imprese che stanno morendo. Per colmo di sfortun:i, l'acquisto di •;aie '-iciliano da parte del Monopolio cli Stato, cioè ad uso dei consumatori continentali, periclito' fino alle 6.000 ton– nellate, in media, del 1950 ed anni successivi. Pazienza, si potrebbe dire, dal momento che nessuna legge può obbligare la gente a mangiare più sal::ito del normale, neppure per spirito di solidarietà nazionale. Ma, fin dal 1958, anche attraverso alcune interpellanze parlamentari, l'opi– nione pubblica - purtroppo alql!anto distratta - apprese con stupore che lo stato italiano, e per esso il Ministero delle Finanze e quello del Tesoro, aveva acquistato all'estero, freganjo.:;enc del sale invenduto e dei disoccupati siciliani e perfino della bilancia internazionale dei pagamenti, ben 200.000 tonnellate di volgare cloruro di sodio. La scusa ufficiale dell'epoca fu trovat-a appigliandos• alla • caLtiva stagione•· Ignari come siamo di problemi metereologici, dobbiamo comunque cQncluderc che la « cattiva stagione• degli ambienti go,•crnativi continua da oltre sei anni, poichè alla fine dell'anno scorso la stampa c'informava che • mezzo miliardo di lire sarà prossimamente diroltato verso la Spagna, la Libia, L'Egitto e la Tunisia per l'acquisto di un milione e mezzo di quintali di sale». Mistero e scandalo? « Per quel che riguarda h mano d'opera, un chilo di sale, estrazione e tra– sporto fin dentro il vagon\! merci che porterà il minerale ,,crso il nord o al mare di Porto Empedocle, cosi.'.\ agli esercenti da dodici a quindici centesimi: aggiungendo le ~pese per i mezzi di trasporto, energia elttrica, assicurazioni e tasse (cd è difficile gettare un occhio su que<;tc misteriosissime cose), non credo che un chilo di sale costerà agli cscrcc-nti più cli una lira• - scrive Leonardo 417

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