Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

Appn:ndiamo. leggendolo, che un salin~ro guadagna 600 lire per una gior– nata di 12 ore {siamo oncsli: Sciascia ha pubblicato il suo saggio nel 1956, forse qu:ikh..:: lira di più oggi i salina,·i dell'Agrigentino la guadagneranno): "Gli opcrni, picco~ieri e caricatori, lavorano a cottimo: un picconiere ha seicento lire per ogni carico di sale che abba11e, un carico conta per selle tonnellate. in realtà è di dieci; oer abballere un carico di materiale un solo picconiere im– piega dalle ~ci del mattino alla sci della sera; i caricatori, generalmente in grup– pi di cinque, ho.n:10 seicento lire per ogni carico. dalla salina alla s1azione o al luogo di molitura, carico e scarico; non riescono a rare più di cinque carichi in una giornata. Anche i caricatori guadagnano dunque seicento lire al giorno». « Tci momenti di più alt::t richie:,;,la lavorano nelle saline fino a 400 operai, poi un'improvvisa contrazione del mercato, certo dovuta al giuoco della concor– renza, porta disoccupazione per più della metà, ci sono pericoli in cui solo un centinaio la\'orano; i disoccupati cercano lavorc nelle campagne, portano nuovo disagio riella categoria dei braccianti agricoli. li progresso ncn ha portato be– neficio ai !talinari, prima ci volevano quattro uomini a lavorare di pala e pic– cone, I.! oggi uno solo con la perforatrice cle1trica fa il lavoro di quatlro. In gra1.ia del progresso, gli autocarri da rlicci tonnellate che vanno dalla salina al– lo scalo ferroviario, è scomparsa una categoria di l:woratori che in appalto prov– vedeva al trasporto del sale, e anch.:: dello zolfo: asini in branco, bastavano due o tre uomini a conrlurli, portavano .:i basto il ,aie, non più di un quinlalc ogni asino portava; continuamente gli asini dei «vurdunari» (approssimativamente: mulaLtieri) attraversavano il paese, sollo il peso andavano come accecati. i lunghi ba!ttoni dei conducenti grandinavano colpi ... Non ci sono più i • vurdu– nari • con il pettorale di cuoio e il b:i.stone lungo, gli autocarri c!ci campi Arar presero dicci anni fa il posto degli asini pieni ,li guictalc.schi, qui si dice « asino di vurdunaru • per indicare un ~imbolo di straziata pazienza, gli asini furono venduti per il macello partirono ver:.;.o il nord vagoni pieni. Ora ci sono gli autisti, ragrrz.1.imal pagati che per dodici ore v:l!lno su e giù, dalla salina alla ~tazionc, per s1rade piene di polvere o di fango: su macchine ormai così scas– sate che qu::ilclic ,,oJta ci scappa il morto; uomo o macchina, tutto deve essere sfruttato fino all'estremo, fino a!l'annicntamcnto e allo sfascio'"· Questo ::tmbiente malsano è una delle cause, insieme alla debole illumi– na.tione delle gallerie, del nistagmo, mala1tia degli occhi che colpisce con frc– quem..a i salinari e si manifesta attraverso « una s~rie <li O<icillazioni ritmiche dei bulbi oculari•. Dobbinmo al Dottor La Rocca, medico a Racalmuto lo srudio sistematico della salute dei salinari, studio che è sfocialo in una int~ressante tesi di laurea (esamin:.ua in dettagJio dallo Sciascia) presentata all'Università di Palermo {relatore ti Professore Fradà, docente cli mi.!dicina del lavoro). I lavoratori addetti al carico e !-'carico del sale, così come gli operai ad– detti alla salagion~ del pesce - lavoro illustrato realisticamente in piì.1 cli un roman.to della letteratura scandinava - subiscono naturalmente l'azione irri– tante del cloruro di sodio :;ull" pelle e· la successiva sna infiamm:i.zionc . Per i minatori di salgemma il quadro patologico è un po' più complesso. 415

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