Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965
è molto 1·ichicsto sia nella penisola çhe oll'cstc1·O per l'industria della seta ed è impiegato, nonostJ.nte la forte concorrenza del salmarino, per la preparazione di commestibili. Nel 1952, cercando gi;.1c;menti di zolfo, furono scopi;;rti in provincia di Enna importan1i giacimenti di potassio, i cui sali ,;;ono oilernati a forti strati cli sal– gemma, che si estendono all'ovest attraversC tutta la provincia di Caltanissetta fino ad Agrigento, cd a\1'::.:st fino alle falde dell'Etna. Lo sfruttamento di questi giacimenti è inizi:ltO nel 1955 e g,ià la produzione di po1assio arriva a coprire i bisogni dell'Agricoltura italiana, bisogni che vanno intcnsific:mdosi e dw finora potevano essere soddisfatti ~;olo con importanti im– portazioni. Contemporaneamente, si è pure notevolmente sviluppatl:\ la produzione di salgemma, grazie al sorger~ di una opposita industna chimica in seguito ai ri– tro-.amenti geologici del 1952. Ln produzione di minerali aloidi (cloruro di sodio e cloruro di potassa) è staia in Sicilia di 75.000 tonnellate nel 1959, di 330.000 nel 1960 e di 900.000 nel 1961. Per il solo salgemma ~bbiamo· 67.000 tonnellate nel 1948, 175.000 nel 1954 (pari al 22°,6 della oroduzionc nazionale), 80.000 nel 1962 e 98.000 nel 1963. Seb– bene la prodllzionc agrigentina di salgemma rappresen1assc ancora nel 1955 il 98% della produzione tolale siciliana e nonostante l'incremento dato a questo settore dalla sçopcrl.:t dei sali polassici, l'insieme delle industrie estrattive della provincia di Agrigento (zolfo e gesso, oltre al salgemma cd al potassio) è sceso dalle 193 im1>rcse del 1951 olle 102 del 1961, con ri<;pcuivamen~e 4.108 e 2.371 lavoratori impiegati. La differenza è in dicci anni quasi del 50%. Solo 45 imprese nel 1951 e 32 nel 1961 impiegavano più di dieci operai. Per confron1O, nel 1951, il totale delle imprese c.stralli\'C siciliane - zolfo, asfalto e salgemma-potassio - era di 1.060 con circa 13.000 addetti. Questa differenza potrebbe far credere ad una razion,ilizzazione dei metodi di sfruttamento delle miniue con relativo concentramento delle imprese. Leg– giamo perciò, prima di lasciarsi prendere da un eccesso di ottimismo, quello che scrive la Rochefort nell'opera citata: «Sebbene in pieno sviluppo dopo la guerra per soddisfare i bisogni crescenti dell'industria chimica, !'estrazione del "algcmma continua ad essere praticata in modo primitivo. In questi palazzi da racconti di fate sotterranei, si è in5tallata un<' .,ola cosa: la rampa circolante che permette ai camion di andare o cercare il s :i.le nel vontre della terra. I pro– prietari sono c\(l!a gente del paese. Capita che gli acquisti di camion. per so– stituire le tradizionali carovane di muli, li abbiano messi in una situazione cliflìcile. Le rivalità qwmdo, COJl1.: a Rarnlmuto, sono diversi nella stessa borgata, appar;scono sufficientemente feroci pcrchè la grande società chimica Monte• catini non abbia giudicato intf'rcssanle cli cercare cli comprare le loro minie– re" (pag. 233). A queste chiare righe, vanno aggiunte le preziose considerazioni contenute nel già citato libro di Leonardo Sciascia, un libro che è nato dall'esperienza diretta dell'autore clie ha vissute a lungo come insegnante in un paese della prm•incia di Agrigento, un rnpitolo rkl qu :i.le s'inl!lola appunto .«I salinari». 414
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