Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965
da un punto di vista puramente scientifico, ci conferma chiaramente che l'uma• nità ha decisamente migliorato, e, sotto tale aspetto, il progresso è più che evidente. E' invece poco migliorz.to !'«animo» dell'umanità, cioè il suo modo di vedere e d'interpretare la vita. Una erratc1. visione del mondo, psicologicamente, è stata impostata sino dalla più remota preistori3, e la sua influenza è tutt'ora attiva su un grande numero di fattori che, ad una prima indagine, sembrereb• bero non avere più 3lcuna relazione con quelle impressioni primordiali. Ad esempio: quello che oggi denominiamo «governo» non è altro che l'«in– grandimento», per quanto trasfigurato, di quell'astuto individuo che, per primo, agli albori delle prime comunità agricole, pensò che era meglio far zappare la terra dagli altri, e pensò altresì che div1.:nire «dirigente» delle altrui fatiche si prc!lcntava come una migliore condizione. Cos! come il primo evocatore di «spiriti», dì ventimila o trentamila flnni fa, era ben lontano dall'immaginare che sulla sua povera ed inquieta «visione» si s:uebbero edificati templi mera– vigliosi e radicate possolti gerarchie di «pastori» e moltitudini di «greggi». Ma l'errore fu pure compiuto dalla psiche «collettiva», in quanto, per istintivo sen• so comtine, accettò per vera quella primitiva interpretazione della vita. Oggi possiamo comprendere che una simile visione del mondo fu pressochè inevi– tabile per 1~ mentalità di quelle epoche remote. Da un lato può invece gran– demente stupire che in buona parte. e sia pure tr:1,;fìgurata nei suoi aspetti esteriori, lo sia ancora al giorno d'oggi. Ma la psi·cologia c'insegna che non bisogna affatto stupirsi, poichè le ereditf\ clclb psiche ci:Jllettiva sono certamente le più impressionanti, le più subdole e le più radicate, t3nto da sopraffare spes– so anche le più guardinghe rntelligenze. Perciò anche la «tragica divisione attuale» ha sicuramente le sue origini psicologiche negli stessi albori dell'umanità e questa non si vede ancora come un tutto benefico, bensì come blocchi reciprocamente avversi u addirittura ma– lefici. Psicologicamente è la stessa «impressione» che istintivamente provavano le tribù arcaiche quando alrorizzon1e comparivano dei le tribù sconosciute. E' lo stesso «animus» il quale, nonostante un'impressionante serie di millenni, si è conservato sostanzialmente eguale ... L'anarchisrnQ può benissimo rappresentare la forza - diremo così - in• legrativa, cioè capace di selezionare i valori sociali e spirituali più genuini e più efficaci, al fine di formare una società meno tormentata e meno sanguinaria; ma è altrettanto necessario convincersi che t:de ro11.:i. dipende pure da una positiva evoluzione psichica dell'umanità. Possiamo pure dire che tale evoluzio– ne non si presenta dd lutto priva di spcr3nze, -e ciò soprattutto per un fatto naturale di capitale importanza, cioè per la storica evidenza che alla formazione della psiche collettiva contribuiscono inevitabilmente anche gli eventi in genere, l'inarrestabile realtà della storia: così come alla sua naturalé formazione ha contribuito la luce solare e tanti altri clementi naturali. Questo significa pure che esiste_ sempre una certa «luce sociale» che, a lungo andare, ci costringe a vedere per forza. anche se ostinatamente intendiamo ri• manere ciechi. 407
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