Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

senta ancor piì.1 triste è il fallo che questo sistema non al-letta m.:mmcno quelli che sono dominati, forse perchè anche ciò risponde o.Ila legge del «minimo sfor- 7...0» alla quale si è già accennato. QUARTO . Davanti alla tragica divisione atluale dei grandi blocchi in lotta, l'anarchismo può rnpprcsentare quella for.1.a alla qu.tle si anela? Il quarto quesito sott!ntcndc che il mondo è diviso in blocchi reciproca– mente nemici. Questo concetto è esatto se viene inteso come latente possibilità, entro le attuali stru1tu1·e sociali, che, in ogni momento della storia, possano sempre avvenire delle guc1-rç; però non può rispondere alla realtà se intendiamo tale divisione come un taglio nello, e CO"-lante nel tempo, tra due poli sociali opposti. Ad un primo esame sembrerebbero in-csistibilc concepire la s1oria umana come una lolla millenaria tra due parti. ideali o concrete, costantemen,e av– verse: ad esempio tra la «giustizia» e l'«ingiustizio.», tro. il «padrone» e il «lavo– ratore», tra b «scienza» e la «religione», e tanti ~Itri «opposti». Un esame più approfondito ci rivela invece che la «divisione», solo come contingenza o astrat– tamente, si presenta in blocchi, giacchè. nella realtà dei b.tti, si rlimostnt fra– zìona1a in tanti rivoli sino a raggiungere, <ipesso, sinE!olc f::i.mig!ie, per ultimo fino al singolo individuo il quale, di solito, non va d'accordo nemmeno con se stesso ... Si tratta di un'analisi che. con una certa ro.gione, potrebbe essere giudicata come pignoleri::\ da psicologi, e che, d'altronde, non toglie la parte di \"crità che è implicita nel primo concecto, cioè come tragica probabilità di blocchi politici. Serve però a far comprendere :::he b salvezza dell'umanità non può certo di– pendere dalla particolare vittoria di un blocco, !JC'"rchèogni simile vittoria non sarehbe che il prima o.nello di un'ulteriore catena di blocchi. Una vittoria mon– diale del capitalismo frazionerà a su:1 volta lo stesso capitalismo in blocchi re– ciprocamente ostili, così come una mondiale vittoria del «comunismo». Sono già quaranta secoli, cioè dai primi barlumi dcli.i storia scritta, che proviamo e riprov!arno simili esperienze e perciò si resta alquanto dubbiosi circa la possi– bilità di un miracolo politico o religioso il quale, senza l'aiuto di ben altre forze e di più profondi orientamenti, possa, in breve tempo, risanare il mondo intero. Tuttavia, rispetto al passato, vi è da rilevare un fallo importante, e d'al– tronde evidente per tutti. Una rivoluzione od una guerra isolata oggi rendono immediatamente inquieto tutto il rf'<.to del mbndo, il quale è divenuto un in– sieme di nervi <1nalogo al sistema nervoso di un singolo individuo. Le cause di un tale fenomeno (economiche, polHichc di rapida comunicazione, ecc.) non sono diflicili da scoprire; più difficile è il sapere se una simile grandiosa inquie– tudine possa evolversi in bene o in male per l'umanità. Una visione del mondo 406

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