Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965
Attualmente possiamo dire che esistono tre specie di socialismi «politici»: il dirigismo di Stato sovietico, jJ comunismo anti-individualista cinese e il so– cialismo cosiddetto democratico. Quest'ultimo sembrerebbe l'unico a rendere meno rigido il nostro dilemma, nel senso, cioè. dell'evoluzione, e naturalmente ammesso che la meta anarchica sia un destino sociale piò o meno lontano. Po– tremmo anche dire nello stesso sensc che uno sttidioso di paleontologia, posto idealmente nell'èra terziaria tra diverse spede di primati q1.iadrumani, avrebbe una certa prnbabilità d'individuare la specie dalla quale è discesa la razza uma– na. E si comprende bene che simili analogie confermano pure che, nell'attuale socialismo democratico, si debbono solo pensare delle probabilità e non delle certezze, poichl: è altrettanto probabile, s~ non del tutto certo, che i «destini socia!:» scaturiscono da una grande complessità di fa1tori, tra i quali, come abbiamo a'.:cennato, quelli di natura psicologica hanno sicuramente una note– vole import,rnza. Quando constatiamo che una rivoluzione - anche se in fondo non si prcsentn mai del tutto inutiJe - spesso finisce sostanzialmente col ri– mettere sulla scena le vecchie forze oppressive, questo significa che le rivoluzio– ni finora hanno piuttosto rivoluzionato la superficie delle cose, e non le pro– fondità. Ci siamo sempre dimenticati di rivoluzionare anche la 11ische (2). Ecco perchè Si conserverà sempre la religione, anche se viaggieremo da un pianeta al– l'altro; cd ecco perchè esisterà sempre il pc1-iodico ritorno di tanti errori e di tante tragedie, pur se restiamo dolorosamente stupiti dal fatto che tutte le nostre parole di pace non abbiano servito ad un bel nulla ..: Appunto perchè non riusciamo ancora a persuaderci che !'«interno» dell'uomo è ancora un mondo del tu! 10 sconosciuto. D'altra p:lrte, istintivamente, si teme molto un tale stu– dio; poichè una rivoluzione mentale, per molti, significherebbe la perdita sicura di tanti privilegi e in modo mollo più radicale cli quanto finora non abbiano compiuto le rivoluzioni prevalentemente economiche. Non ricordo pii.1dove ho k:tto che è possibile «imparare a credere una cosa senza capirla: è tutta questione di allenamento ... ». Questo in particolare è stato, cd è tutt'ora, un metodo d'insegnamento molto u!ilc per tutti quelli che inten– dono dominare le moltitudini; giacchè credere dopo di avere ben capito è un sistema ped::igogìco troppo pericoloso per i domin:1tori. Ma quello che si prc- (2) A questo punto si possono prevedt:re delk obiezioni abbastanza giustificate. Si può far osservare che una simile rivoluzione, per nc<'.essità implicite nella stessa natura umana, non poteva mai precedere que!Je più contingenti e che scaturivano direttamente da concreti fatto1·i di malessere e d'lngiuslizia sociale in genere. D'altra parie. la scienza può r non può aiurnrci moralmenw. Essa non è qualcosa di compatto e di omogeneo, ma si compone. di tante forte frazionate alle quali, generalmente, non interessa quale può essere lo « stato d'a11imo • che la sciem;.1 può suscitare nei singoli indi\idui. Si comprende facilmenlc che solo la psicologia può interessarsi a fondo degli ., stati d'animo•, anzi è il suo scopo diretto. E' \·ero che .inche nel suo campo esistono •divisioni• di pensiero e di metodo, ma esse nondimeno sono sempre interessale delle misteriose profondità ,kll"animo umano. S"intende che il aisintc1·esse più o meno marcato delle al:re scienze \'erso il problema morale non va interpn~tato come una vera e propria colpcvolen.a, ma piuttosto come una necessità operath·a, specialmente nell'attuale e sempre più crescente spccializz:izione. 405
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