Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965
una giustizia «divina», oppure divenire essa stessa una sorta di dogma infalli• bile. come appunto si tenta nei sistemi comunisti. L'anarchismo non tocca questi estremi, e, d! cons(:gucnza, non può facil· mente convincere, in qu;:,nto, con-;apcvolmcntc o meno, cerca di premere molto dì più sulla ragione che sul mondo degli istinti. Il trionfo delle idee !ibenarie implica appunto un razionale dominio sulla parte più tenebrosa dell'animo uma– no. E questa, per incidenza, ò la prcva, diremo così, della purezza di tali idee. Il militarismo, ad esempio, è possibile perchè fa leva sull'istinto cli aggressività e questo inconsciamente agisce anche se l'individuo, es1ernamente, sembra non gradi1·c affatto una condizione militare. (Così come le religioni si appoggiano soprattutto sul «complesso d'inferiorità» nel quale viene pQSlO l'uomo al cospet– to delle immani forze dell'universo). Gli individui, nella condizione di «m~ssa», si sentono istintivamente sicuri; vale a dire che tale condizione li esonera d:illa necessità, più o meno penosa, di cercare una sicurezza che dipenda principalmente dalla chiarezza delle proprie idee, e non da quelle imposte d3i vari princìpi d'autorità. In altri tcnninì, si tratta di una resa comple1;1 d:wanti a tali princìpi, ..: nella quale le masse s'il– ludono di essere esse stesse la forza direttiva della società. E' vero che, sotto un certo aspetto, anche le m:1ssc, .come tali, hanno certamente un peso non indifferente sul corso degli eventi; ma t.:ile peso raramente contribuisce ad un vero risveglio: di solito serve più ai dominatori, in quanto possono intravvedere nuove ed eventuali modifiche di tattica politica. Per quanto ncccssarnmente succinta (poichè s'intuisce l'ampiezza che po– trebbe avere l'argomento), quc$13 rispO!>ta alla 1cr1.:adomanda dell'inchiesta, oltre che spiegare - o, per meglio rlire. oltre che mettere semplicemente in rilievo dove può risiedere la natura del problema - rivela pure, per incidenza, la probabile causa delle divergenze teoriche e d'interpretazione della storia esi– stente entro gli stessi gruppi anuchici, cioè il substrato, in buona parte psico– logico, del pressante problema. E questo significa pure, nel campo di una psico– logia sociale, che esistono «estroversioni» ec\ «introversioni» di carattere col– lettivo, le quali, se pure sono molto utili alla società quando sono bene equi– librate, diventano decisamente dannose quando si pongono come estremi im– posti da una« idca-for.ta » di carattere politico. Il comunismo cinese, ad esempio, è un estremo di «estroversione» colletti– va: l'io individuale è interamente sarrific.'.lto alla «nazione», la quale, poi, nella pratica, s'incentra nella volontà dei dirigenti (1). Però, obiettivamente si può rilevare che un'estrem=t «estroversione» col!ettiva è sempre operosa, anche se è internmente schiava nello spirito; meni re un'estrema «introversione» colletti– va si cura ben poco dei fattori produttivi. Un grande esempio significativo lo abbiamo avuto nel medioevo dell'Eu1·opa, che poneva ncll'«anima» tutto il valore della vita. (1) In un cerio senso possiamo dire che, in simili estremi sociali, valgono ancora le stcsst: parole che Marx rivolse contro il capitalismo: .- E' Il lavoralore che esiste per li processo di pro• dWone, e non Il processo di produl.ione eh~ esiste per Il lavoratore"· 404
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