Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

maggiore, il potere corrompe, ere.; :-ilcuni d:tli («è man.ista•, «ha prigionieri polilici•, «esercita il potcrl! politico») cd è cosa fatta. In lim.a generale queste propo-.i,-ioni sono vali<le e lenclono ~d essere istruttive, ma non sono ferree lcg~i. \•li ripugnano - o peggio, se è po,;;sibile - gli arre~t•, le esecuzioni capitali, i mis~ili, gli eserciti, b polizia, la polizia segreta, le milizie, gli assas– sini, le spie cd ogni altra co,;;a consimile che mi possa essere sfuggita, dovun– qutJ e comunque avvenga. lo non cono,;;co nessun rimedio, ove non si.i la rinun· eia a farne uso. Per quel eh.'.!riCl,.mrd=i. l'aritmetica della violenza statale, il primo plotvnc di esecuzione contiene tutti gli orrori di mille plotoni - e questo sa– rebbe bene tenerlo in nwntc -- cd io mi meraviglio di coloro che aderiscono a! SA E .· -.i -.entono a loro a2io con le prigioni nella loro città. Sono tuttavia perfettamente disposto a di-.cutcre c·on i rcali<:;ti pratici e privi di sentimentali– smi - ma non credo che ,;;iano poi tanto pratici - alla sob condizione che i •n:~h:-.li• discu1ano quel che vogliono di~cuterc. cioè fini e valori. Ammc11iamo - sia o non complelamenle vero, ed io dubito che lo sia - che in Cuba gli uomini moralmente migliori ed incorruttibili, guidino il popolo nella rcaliu;a,-;ione di una economia industriale vitale sulla bas.! dell'eguaglianza, della giw,li.tia e della non-discriminazione; che la violenza e la coercizione pro– lcgg•ino lo St[lto, principalmente (ma non csclusivamcnt;!) dai nemici csterm rlell:1 cvmunità socialista e che, frallanto, si..1 in atto lma forte campagna edu– cativa. Diamo que<:;lo per ummc~so. Ma procediamo in seguito acl applicare a codc-.to Stato i tradizionali valori dell'Internazionalismo (ddla Ptima Int:.!r– na,-ion:1lc), che costi1uiscono l,1 bas1..·etica condivisa un tempo dalla maggio- 1·;mza dei -.o,·ialisti e degli anarchica. Quel eh(: vi è di improprio nello Stato cubano, diii punto di vista della tradizione internazionalista, può ess:re rias– -.unto dicendc, che non è c;ocialismo. Qurrndo la socializ.7..azione della ricchezza (.' la ndi-.1nbuzione del reddito ,iienc presa come fine anzichè come mezzo, molte ~ono h· socielù che si dicono soci.llisre, mentre « capitalismo di Stato• sa– ri.:bhc (Cùm;! nella maggior p:-irlc elci p:i.esi del cosìddcuo blocco comunista) 11n;1denominazione più adatta. Non è necessar;o inoltrarsi in una questione di '...em:rntica o cli andare in cerca di definizioni precise. Il mio punto di vista è d1c la forma del regime di Castro corrisponde esattamente " quella i.:hc è stata lradi,-ion~thm.:nle chiamala ArlslocrazJa, cioè il governo dei «Migliori• per conto dei «Molli•· (Qui si po.ria del "regime•. in quanlo distinto do.I po1>0lo, e que– ..,10 c c-.nttl1 perchè c'è J!Ovcmo, non auto-governo). Questa Aristocrazia è ri– ,oha ;1 -.radicare ed a prev,•nire il privilegio e si preoccupa del Bene di Tuili (piu ~pecialmente del Bene dello Stato); ma questa b~nevolcnza aristo– cr:-01ka non è affatto ciò che il ~ocialismo voleva dire nel suo significato gene– i-iro, e toglie al socialismo una parte significativa (dirci anzi l'~ssenza) del ,uo ,·ontcnuto etico . .:-.fellasua intcrpn.:tazione più generosa possibile, lo Stato c quello di Platone e il dottor Cas1ro è la massima appros:,imazione çhe abbia" mo di un r!-filosofo. Pcr i ..,c.,cialisti, per i comunbti e per gli anarchici, l'esempio che più si a\, icina ad mw società socialbla (o proletai-ia) è stato la Comune di Parigi, in ragione del suo carattere di re::iliaazione del conce110 di autogoverno dei 396

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