Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

e può essere accetlabile o non, che l'au– tore ha dato al suo lavoro questa impo– stazione programmatica, e cioè ha inte– so registrare il processo di unificazione politica dell'Europa, che ha avuto origi– ne dal 19 settembre 1946 e ha portato alla formazione della « piccola Europa ,._ Che per la comprensione dei fatti, che sono accaduti in questo periodo, il libro sia utile, non v'è dubbio; che le ,eiccn– de. il contributo degli uomini, le moda– lità, in cui ,si è venuta affermando e con– cretizzanao l'Europa dei « 15» e l'Europa dd «6», sia narrata con competenza e passione, è egualmente certo. Ma non è soddisfatta l'esigenza che noi abbiamo, come europei e come europeisti, e più ar,cora come integralmente scettici nei confronti di quegli strumenti politici con cui sono state fatte queste Europe; l'esi– genza di porre un problema europeo va– lido solo in termini culturali e di con– sensi popolari. Ci sono almeno tre Eurcr pc possibili che hanno una coscienza e una cultura europea, nella sua forn'tula di maggior estensione e di maggiore inten– sità. U: altre due sono: una « piccola Europa,. determinata da interessi econo– mici, che coincidono con gli interessi e– conomici della classe dirigente di ogni paese partecipante; una « Europa occi– dentale .., legata all'America come la pri– ma, ma in funz..ione efficacemente anti– comunista. Kalergi voleva quest'ultima Eu– ropa. E le prime delusioni le ebbe pro– prio dagli lnglcsi che, pur condividendo gli entusiasmi per una permanente uni– ficazione di forze politiche anticomuniste, non si sentì mai, in questa unificazione, impegnata o coinvolta. Già nel 1943, quando suggerì l'idea d.i un Consiglio Europeo, sembrò che Chur– chill avesse in mente « una confederazio– ne o lega di .stati che dovesse compren– dere l'intero Continente, senza, però, il Regno Unito o la Russia Sovietica. Questi due stati. insieme con gli Stati Uniti d'A· mcrica, avrebbero, egli disse, loro propri vantaggi in armonia con la proposta in– tegrazione del Continente, pur senza far mute essi stessi di una tale unione,. (pag. 55). Siamo nel 1943 e comprensibilmente manca nel programma di Churcill ogni intenzione anticomunista, ma nel 1946, nei 1947 verrà sempre più chiaramente confermandosi quell'attesa romantica di una Europa unita, contro i! pericolo che viene dall'Est. Nel 1950 ha luogo la gran– de battuta d'arresto, anzi la grande delu– sione. L'lnghiltena respinge uJlìcialmente la sua pa1·tccipazionc all'esercito europeo e ai piani Schuman. Hugh Dallon disse che • se sci o più Stati avessero effetti. vamentc cominciato ad organi7.1.arsi e ad effettuare fra di loro il Piano Schuman, l'Inghilterra sarebbe stata • pronta ad assecondarli" (pag. 103) ma intanto ri• maneva fuori. Bonnegous paragona l'atleg– giamento inglese alla , posizione di un alpinista che applaude glt scalatori che fanno da guida mentre si prepara a fare la. scalata se quelli riescono• (pag. 104). Ma è impossibile seguire tutte le que– stioni trattate nel libro: diremo che esso non viene mai meno al suo impegno in– formativo, narrando i fatti con prosa at– tenta e chiara e documentata, dando così notevole esempio di una rara serietà d'in– dagine. Per chiudei-e si potrebbe porre qualche quesito all'autore, dopo aver ter– minato la lettura del suo avvincu.nte la– voro. Il primo quesito è questo: l'Ame– rica ha davvero aiutato l'Europa nella reaJizzazionc di una Confederazione? Se– condo quesi10. non meno importante: si può avere fede in una Confederazione di stati europei, fatta dai politici, con le strutture degli stati nazionali assomma– le insieme o in qualche modo amalgama• te? E, infine: è possibile porre il pro- 381

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