Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965
duo e dcll'irreallà di tutto quanto non è individuale e singolare. Ora, tutti i logici SO'-tcngono che l'individuo non è definibile; che la ~ua complessa rie• chezza non potrebbe essere racchiusa in nessuna formula; che non si può dcfìnirc ~e non in termini generali. l· nolti·c poich(: l'individualista non crc• dc che alla realtà dell'individuo, defi– nire, per lui, signifìcherebbc dire non quello eh.: è, ma quello che non è. Appunto pcrchè non si possono defini– re che delle idee generali, Platone gi.'.\ diceva: • Non v'è scienza che del ge• neralc •, pcnsi:!ro che è stato ripetuto sovente nel corso dei secoli e che lo sarà ancora per molto tempo. Non esaminerò stasera - pcrchè mi porterebb: troppo lontano dall'argo-– mento - quale si~\ il valore della scienza Ma se definire l'individuo, il solo reale, è ritenuto impossibile da tutti i logici; definire ciò che non è individuale e reale, definire il genera– le, non sembra molto interessante al– l'individualista. Non sono il primo in– dividualista che abbia questa impres– sione. Nietzsche ha scritto a più ri• prese contro la definizione. E i piì.1 an. tichi individualisti che noi conosciamo i cinici, già erano ostili ad ogni defi.' nizione. Conosciamo la critica cinica della definizione attraverso le esposizioni o– stili dì Platone e di Aristotele, che fu– rono grandi definitori. Nondimeno, at– traverso le loro requisitore, contro le quali non è possibile opporre alcuna di. fesa poichè lutta la letteratura cinica è andata perduta, sembra che la cri– tica della definizione fatta dai cinici abbia mes!>o in imbarazzo particolar• mente i definitori elci loro tempo. A cercare di ricostituirla, essa potrebbe sembrare, forse - per quanto poco in- 354 diviclualista possa essere questa paro– la - definitiva per qualcuno. Non cercherò di ricostituirla, s10- ricamenle. Tenterò di tradurla in ter– mini addirillura mod-erni. Non è im– probabile che a una vecchia idea mal conosciuta, conosciuta soltanto altra– verso le esposizioni degli avversari, ini. schi un po' del mio pcn~iero. Poichè soltanto l'individuo è reale e poichè è indefinibile, che cosa clun– qu.: si potrà definire? Che cosa signi• fi~a il termine: generale? Allorchè io dico «uomo•, che cosa dico? Cercherò cli riasswnere qui una cer– ta serie di esperienze, tenterò di rie• pilogare tutte le occasioni a proposito delle quali mi sono dello: «uomo•· Tuttavia la mia serie di esperienze non corrisponde certamente con quel• la cli alcuno di voi, poichè nessuno di voi avrà incontrato esa1tamente e uni. camente gli stessi uomini, nelle stesse circoslanze, nello stesso ordine, e nel• lo stesso siato di spirito. Quando dun– que dico: •uomo», io parlo della mia serie di esperienze e voi intenderete un'altra cosa; ,·oi intenderete la vostra serie di esperienze. La mia idea del– l'uomo non coincide affatto con l'idea dell'uomo di ognuno cli voi. Inoltre, quando dico •uomo• oggi, non dico la medesima cosa di quando dicevo oc uomo» ieri, o di quando dirò • uo– mo» domani. La mia serie cli esped-:!n– ze ~i arricchisce e si modifica ogni giorno. Non solo un termine generale espri– me una serie di esperienze eh-e varia per ciascuno cli noi col tempo e che, a più forte ragione, varia in noi, ma anche la stessa parola nella stessa boe. ca, s~rve ad esprimere differenti serie di esperienze; nella nostra parola vi sono continui equivoci e, beninteso,
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