Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

La regolarità degli avvenimenti nell'universo materiale ci offre, tuttavia, in se stessa lo base sufficiente per la morale e per la prudenza. La condotta volonlaria dei nostri simili entra in gran parte in quasi tutti i calcoli sui quali poggiano i nostri piani e le nostre decisioni. Se la condotta volontaria, così cer mc l'impulso materiale, non fossero sottomessi alle leggi generali contenute nel sistema di cause e di effetti, e non esistesse un legittimo margine di predi– zione e di pr<'visione, sarebbe di poca utilità la certezza dei fatti nell'universo materiale. Però, in real!à, lo spirito p: :i.ss ;:,dall'una all'ahra sfera di speculazi<r ne, senza separarle in distinte clas~ific-azioni e senza pensare che l'una o l'altra possano offrirgli distinli gradi di certt>zza. Così avviene che il più ignorante con– tadino o artigiano è pratic.1mente un «neccssa.-lsta". L'agricoltore prevede, con alquanta sicurezza, la disposizione del pubblico nel comprare il suo grano, qmmdo lo porta al mercato, così come aveva preveduto l'influenza della natur:1 sulla malurazione di esso. L'operaio rlubiia tanto che il suo padrone muti di opinione e non gli paghi il salariQ convenuto, quanlo può dubitare che i suoi utensili oggi non compiano i lavori che invece ieri realizzarono cfficien1cmen– te (I). Un al!ro argomento a fovore delb dottrina della necessilà, non meno evi– dcnle e conclusivo di quello dellaconsideraziOne di causa cd effetto, ~caturisce da una adeguala esplicazione circa la nalura del movimenlo volontario. I m<r vimenti del regno animale si distinguono in due categorie: movimento volonta– rio e mo, imenio involontario. li movimento involoniario - sia esso concepito come· verificatosi indipendentemente dalla coscienza oppure come risultalo del– la percezione e del pensiero - viene chiamato così perchè le sue conseguenze, in tutto o in parte, non entrarono nella considerazione della coscienza, al mo– mento in cui comincia detto movimento. Così, il pianto del neonato non è me– no involontario della circobzione del sangue, giacchè è impossibile che vengano previsti i primi suoni che si originano <lai movimenlo dell'organismo, dal mer mento che la previsione è frullo dell'esperienza. Da tutte ques1c osscn,azioni possbmo dedurre una spiegazione razionale e consistente circa la natura della volizione. 11 movimenlo volontario è quello che è inerente alla previsione e scaturisce dall'intenzione e dal proposito. La vo. lizionc è l'atteggiamento di un essere intelligente la cui coscienza, e~send~ stat~ essa determinata da determinati scopi da c-ompien:, produce alcuni mov1ment1 delle membra e degli org:mi ciel meccanismo animale. I fautori della teoria della libertà intellettu:-.le si trovano di fronte ad un dilemma che impone una scelta. giacchè- debbono attribuire. la li~ertà - q~esto rapporto impreciso tra cause ed eff.e1ti -:- o ai no.stri mov1men~1 v~lo~ta.n, .~p– ure ai nostri movimenti involontari Essi hann~ già pr~s~ la 1010 d~te1mmaz 1 0- ~c. Comprendono che attribuire la libertà a ciò che e mvolonlano - and~e quando la ipotesi polesse essere sostenuta - sarebbe compl-etamente estraneo (1) Il tellore tro\Crà ]a S031an,,a <li qu1:st1 argomenti c,po3ti i11 forma pili. ampia in" I nd agine sull'lntcllcllo umano• di D. Humc, opera che CO~litubcc la certa p:irtc elci suoi Saggi. 305

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