Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

loro ricerca della libertà r:cl\'organizzazionc. Così, riportandoci, ad esempio, a Bakunin, troviamo che: « La sola organizzazione sociale razionale, giusta, compatibile con la di• « gnltà e la felicità umana, sarà quella che avrà per base, per norma e per « scopo, la libertà ». E' una visione generale - ma 1.·ssa dice abbastanza su ciò a cui aspirano gli anarchici - cli cui 8::tkunin cta· due motivi, ancora più interessanti: « ... Nulla è più pericoloso, per la morale privata dell'uomo, dell'abitudine « al comando - l'uomo migliore, Il pii, intelligente, il tliù disinteressato - « ••. SI guasterà sempre ed inralllbllmentc in questo mestiere. A produrre .. questa de1navazione non mancano mai due sentimenti Inerenti al potere: • Il disprezzo del capo per le masse popolari e l'esageraz.ionc del proprio «merito». E' qualcosa di tanto eviden1c che la IOcchi~mo con mani nella vita sociale attuale. Bakunin fondava la ricerca dell'organizzazione su un altro principio: la solidarietà, che così spiegava: « Nessun individuo umano può rlconf'scere la propria umanità, nè conse• « guentcmente, realizzarla, se non riconoscendolo ad altri e cooperando « alla sua rcalJzzazione per altri ... la mia libertà è la libertà di tutti »(2). Così, s::,ppiamo che, in fondo, anche per persone che non sono anarchiche, l'utilità è la ricerca dei mezzi adoltati per raggiungere un determinato scoµo. Poichl: lo scopo degli anarchici - così come è indicato dall'altro appellativo « libertario - è la libertà, è naturale che essi ricerchino la libertà immedia– tamente nella loro organizzazione. nella costituzione, nel funzionamento, anche in armonia con i principi anarchici. Malatesta ha chiarito ciò in maniera più precisa, scrivendo: « ••• Occorre che te organizzazioni anarchiche non siano in nessun modo « inqWnate dallo spirito autoritario, che sappiano conclHare la libera azione « dcgl'lncllvidui con la necessità cd il piacere della cooperazione, che seJi. « vano a sviluppare la coscienza e la ca1>acilà d'iniz.ialiva ciel loro membri, « che siano un mezzo educativo per l'mnblente in cui operano cd una pre• « parazionc materiale e morale per l'avvenire che desiderano »( 3). In altre parole. gli anarchici, a11r:wcr~o la pratica della libertà ne1\'orga– nizzazione, affrontano subito il problema del funzionamento pratico della lihc1• tà sociale, in generale, in seno ad un grnppo, ad una collettività. Si comparta• no diversamente dai tanti rivolu;,ionari che lasciano da un canto la pratica della libertà nell'organizzazione in favore d'una libertà sociale che dovrà essere rea· lizzata successivamenlc e che ha, di fotto, un carallere del tulio astratto - non si sa come essi sperano di rcaliz;,arc una libertà sociale se non sanno compor• !arsi in modo libero tra individui. (2). DAKUNIN: Trols Conférences aux ouvrier, de Vul St. lmier, maggio 1871 in • Ouvrcs •• \'OI. V. (3) · MALATESrA: .scritto citato. 273

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