Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965
(Lombardia, Piemonte e Liguria): 85.000 nel 1958, 99.500 nel 1959 e 132.500 nel 1960 (2). Già nel Nord - dove si parla ormai di « meridionalizzazione » sebbene faccia parte della stessa patria - il meridionale, « che non ha mai chiesto di nascere a sud di Firenze», è accolto con freddezza nei casi migliori. con disprezzo tal– volta: il «terrone» si sente ed è considerato uno straniero. « Alle 6 e 27 arriva un treno alla Stazione Centrale di Milano. Era partito il giorno prima alle 15 e 08, da Bari. Quindici ore di viaggio, quindici ore per risalire l'Italia passando attraverso le Puglie, l'Abruzzo, le Marche. Pianura, mare, Appennini: e sempre gente che sale, famiglie intiere, o uomini soli, silenziosi, tristi. E' un treno molto !ungo, coi viaggiatori che sono sempre affacciati ai fine– strini, e ora che sono arrivati guardano lungo la banchina, sotto le volte nere e alte della stazione. Hannb un'aria meravigliata, come spaurita. I vagoni di prima sono pochi e mezzi vuoti. Stipatissimi invece Ql1elli di seconda. Ne scendono uomini e donne con grossi pacchi, valige di -:artone e di fibra, cassette da frutta coperte con un pezzo di stoffa e legate con lo spago. A volte c'è qualcuno a ri– ceverli: allora sono gesti da lon~ano, voci che si chiamano, abbracci, e subito a chiedersi come va, come si , 1 ive <li Nord, e poi la domanda, secca, ansiosa: « C'è lavoro? Che dici, c'è lavoro '1.nche per me?». Più spesso, invece, non c'è nessuno che li accolga. Scendono, radunano la loro roba e si guardano attorno. Il viaggio è finito, il treno è ~ile loro spalle, di fronte hanno la città che non conosconQ, grande, rumorosa, perfetta nel suo ritmo, nel suo fragore che arriva fin sui binari. Loro sono soli, hanno un foglietto ripiegato con cura nel portafoglio: l'indi– rizzo di un conoscente, di un parente. L'unica cosa sicura che per ora sia in loro possesso. Un indirizzo di una via di periferia, lonlanissima dalla Stazione. Attra– versare tulta la città sarà la seconda avventura, dopo quella del viaggio, e lo sgomento dentro di loro crescerà sempre di più» - scrive Giuseppe Tarozzi nel suQ saggio « Dal Volturno a Quarto», pubblicato in « Ti prezzo ciel nord». Ed all'uscita dalla stazione il pregiudizio, i pregiudizi l'attendono: « il me– ridionale è sporco», perchè è costretto :1 contentarsi, pur cli mettere radice, di luride baracche nei sobborghi, in tutto degne di un «bidonville»; « il meridio– nale è geloso», perchè cerca di impedire il crollo della famiglia ricorrendo a dei metQdi primitivi che la scuola pubblica non si è mai neppure sognata di sosti– tuire con altri più civili; « il meridionale è un crumiro)), perchè ì padroni - se– guendo chiare mire politiche ed antisindacali - hanno ignobilmente sfruttato Ja sua miseria, offrendogli una paga che, pur essendo la metà del minimo sala- (2) Si culcolu che Jal 1946 ud oggi l'lt % dellu popcl.izionc calabrese ed ubruzzesc sia emi– grato: in Lucania la propor✓.ione è del 7,SS!. Solo il 10% degli cmigrnnti meridioMli recatisi nel centro-nord si è stabilito nelle campagnt:. ii:li altri hanno contribuito alla urbanizzazione della popolazione italiana 135
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