Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965
no, da Ippolito di Roma, da Novazia– no, da Giulio l'Africano e da Origenc. 1 on pensava che quanto era stato pos. sibile a Celso, non era più realizzabile. Sofferente di una crisi di nevrasto– nia, tanto eia aver pensato al suicidio, vi rinunciò accondiscendendo alle pre– ghiere di Plotino, e partì alla volta del. la Sicilia. Fu infatti da Lilibco che an– nunziò la prossima apparizione della sua grande opera Contro i Cristiru1J, composta di quindici libri. E' l'opera più vasta e pii.1dotta che sia stata scrit– ta nell'antichità. Dieci anni dopo l'e. ditto di Milano, Costantino la proscris– se. (Non si conosce il testo del suo e– ditto). Nel 448, gli imperatori Valen. tiniano 111 e Teodosio TI ne ordinaro– no la di5.truzionc a mezzo del fuoco, unilamcnte a tutta l'opera anticristia– na di Porfirio. Fra le confutazioni cri. stiane più antiche si conoscono quelle di Metodio di Olimpo, di Eusebio di Cesarea e di Apollinare di Laodicea. Che cosa è questo trattato Contro I Cristiani? L'opera, ricostituita parLial– men1e, si divide in più capitoli: Criti– ca degli Evangeli, Critica del Vecchio Testamento, Critica degli atti e delle parole di Gesù, Critica dell'elemento dommatico e della Chiesa « contempo. ranca •· Dopo un profondo esame dei libri santi, Porfirio, rilevate le nume– rose discordanze e contraddizioni, di– chiara che gli Evangelisti non sono affatto gli stolici di Gesù, ma sempli. cemente i suoi inventori. Paragonando le due genealogie del Cristo, accusa di flagrante menzogna San Matteo e lo tratta d'ignorante per avere attribuilo a Ts;.lia una parola del Salmista, così come rimprovera San Marco di avere, al principio stesso del suo Evangelo, fatto uso di una citazione presa metà da lsaìa e metà da Malachia e attri– buita unil.:amente a Isaia. ota che Giuda, secondo gli atti (1,18) muore fiaccato dall'ambiente mentre, secondo Matteo (XXVll,5), si sarebbe impiccato; che San Giovanni è il solo a raccontare che un soldato trafisse con la sua lancia il fianco di Gesù crocifisso e che uscì del sangue e del– l'acqua (XIX, 33-34); che San Marco (V. I e seguenti) aumenta, rispetto a San Matteo (Vili, 35), il numero dei porci annegati nel Lago cli Tiberiade · (7), e che, infine, è inverosimile che un branco di duemila porci avesse po- 1u10 trovarsi nella Giudea, dove que– s10 animale è considerato impuro e de. testato. Parlando della tempesta pla– cata dal Cristo, afferma che San Mar– co è un mentitore pcrchè ha voluto far credere che il Cristo avesse arre. stato l'uragano scatenato e salvato dal– l'abisso i suoi discepoli. Dice che è una storiella ridicola ed infantile, che di– mostra ancora una volta come l'Evan.. gelo non sia altro che una storia adul– terata. Infatti osserva, che il lago di Tibcriade non è un mare, ma un pic– colo lago, e quindi non era possibile che si potessero formare in esso delle ondate o delle tempeste. Dimostra che i fatti e le pat"Qlc degli Evangeli si contraddicono continua. mente fra loro. Tn San Giovanni (VITI, 8) Gesù dichiara ai suoi fratelli che non andrà alla festa dei Tabernacoli, invece vi è presente (VIIJ, 10). Egli di– ce: • Non abbiate paura di coloro che uccidono i corpi». Allora perchè egli si augura cl1e qut:!sta paura si allon– tani da lui? Dice ancora: « Avrete sem. pre i poveri con voi, ma non mi avrete 175
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