Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965
degli uomini, essendo in maggioranza nubili e perciò generalmente con impegni famigliari meno precisi ed impegnativi. Trovare il modo di evitare una troppo lunga separazione dalla famiglia (gli stagionali tengono duro più facilmente, incoraggiati come sono dall'idea dei mesi invernali che passeranno a casa, anche se spesso senza lavoro) può certamente ridurre al minimo le difficoltà cli adattamento, le quali potrebbero essere pure fortemente diminuite se prima della parhmza l'emigrante fosse sufficientemente preparato cd informato sul paese ~he dol'rà ospitarlo (4). In Svizzera, come in Francia, il comport3mcntc ostile verso l'immigrante si fa sempre più forte mano a mano che ~i passa dai centri urbani ai villagg;, dove la vita sociale è più chiusa, e che si scende verso le classi inferiori, presso le quali, come si è già visto, ai fattori di carattere psicologico-sociale si aggiun– gono, e talvolta sono predominanti, quelli economici. Ora, data la composizione professionale (o piuttosto non professionale) del– l'emigrazione italiana è proprio con queste clas':ìi che l'immigrante si trova, nella gi-ande maggioranza dei casi, in contatto. Da qui la necessità di non dimenticare il ruolo positivo che l'informazion<:: e direi l'educazione dei lm 1 ora1ori svizzeri può giocare, affinchè germoglino dei rapporti cordiah. J luoghi comuni non sono nuovi. Verso la fine del secolo scorso nei centri della Svizzera tedesca si parl3va _giàdi « ltalienerinvasion » ed una intellettuale zurighese sposata ad un italiano si era sentita in dovere di prendere la difesa dei • tschinggen » (oggi Si parla più 3cicntificamente di • Ueberfremdung »). « La nostra ricchezza ed il nostro livello di vita ci impediscono di metterci sullo stesso piano di coloro che vengono a noi da p.iesi dove si è molto soffer– to» - cosl si esprime il dottor Villa in una inchiesta promossa, nel dicembre 1961, dalla • Gazette dc Lausanne ». Gli Italiani, • isolati in un ambiente sconosciuto, si sforzano cli compensare la loro solitudine riunendosi tra compat\-iotti io. Nasce insomma un circolo vizioso che determina da una parte « un rifiuto più o meno deliberato di adattarsi alle abitudini ed alla mentalilà del paese dove si viene a guadagnare da vivere», dall'altr3 « l'ostilità, la diffidenza e la gelosia» (non rare sono infatti le opposizioni di carattere sessuale, basate sul– l'immagine stereotipala dell'italiano scduuorc od addirittura violentatore cli donne). (4) Di reccnk 1e autori!~ olande~1 hanno c~prc\W. atmncr-o la Commis,;;one Sociale del– l'A<,semblea Parlamentare L:uropca, il dubbio che "agli emigrami it.iliani non ,cng,m,, datr notizie ,;uftlcienti sulle abitudini, il duna, il cara11ere del pac,e nel quale intendono tra<feri1si. Lo sconcer10 dcli 'operaio che si tro\·.:i nd un trailo in un clima a\~.1i più rude di quello :1 cui è abituato, con un cibo che ~p:sso non gli pi;,cc e nella quasi impos~ihilit/1. di comunicare con gli altri per la dirricoltà della lingua, dipende anche dal fatto che non era stato preparato a tutto questo. che nessuno cioè avc\·a pensalo di an·crtirlo •· 139
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