Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

nioni. Nessuno più del filantropo agogna ardentemente ad eliminare della dop– piezza e riserva mentali. E' impossibile amare I;\ specie umana senza utilizzare ogni relazione con i propri simili, allo scopo di servire nel modo migliore l'anzi– detta nobile causa. Tra i motivi verso i quali si cercherà di indirizzare l'atten– zione, il primo posto sarà occupato da ciò che si riferisce alla politica. I libri, per loro natura, posseggono un'influenza limitata, sebbene, per la loro durata, per l'esposizione metodica e per la loro facilità di accesso, meritino un posto di primaria importanza. Però non dobbiamo fidarci mollo della loro efficacia. Coloro che non leggono o sono refralt<tri a qualsiasi lettura, costitui• scono una maggioranza imponente. Inoltrr, i libri presentano, per certi lettori, una formale freddezza. Le idee degli insolenti innovatori vengono esaminate con un certo malumore, senza il minimo desiderio di aprire la mente alla logica di loro argomenti. E' necessario molto coraggio per avventurarsi in sentieri non battuti e per melte,·e in discussione certi dogmi accettati generalmente. Però la conversazione ci abitua ad ascoltare idee ed opinioni le più diverse, obbliga ad esercitare l'attenzione e la pazienza e conferisce elasticità cd agilità alle nostre argomentazioni. Ogni uomo che pensa alla propria storia intellettuale non potrà non riconoscere che deve i suggerimenti più fecondi alle idee raccolte in animati colloqui. Da quanto esposto si deduce che l'avanzamento dei migliori interessi del– l'umanità dipende in sommo gr~1do dalla libertà delle relazioni sociali. Suppo– niamo che un certo numero cli ;ndiviè.ui, dopo avere nutrito a dovere la mente con lo studio e con la riflessione, doc'cidano .di realizzare uno scambio di idee, di impressioni e di supposizioni cercando di aiutarsi reciprocamente e sincera– mente per risolvere difficoltà e per dissipare dubbi. Supponiamo, inoltre, che tali persone, così preparate mediante il reciproco insegnamento, si lancino per le vie del mondo per diffondere, con chi.:i.rezza, semplicità ed in modo avvin– cente, i veri princìpi della società umana e supponiamo, infine, che gli ascoltatori si sentano a loro volta portati a ripetere tali verità tra i più intimi. Avremo allora l'ampia visione di uno stato di cose in cui la verità guadagna costante– mente terreno, senza il pericolo che deriv:l dai mezzi di diffusione inadeguati. La ragione sarà così ampiamente propagata invece della simpatia impulsiva e irrazionale. Probabilmente, una discussione non sarà più utile ed animata di quella che avviene fra due persone e, parimenti. sarà proficua se si svolgerà in piccole, amichevoli società. Forse che l'esiguità numerica è di ostacolo alla loro durata ed al loro accrescimento? Al contrario, è probabile che arriverà un tempo in cui esse formeranno una istituzione universale. Mostrate agli uomini i vantaggi di una discussione politica non ostile e non violenta, e vedrete che la bellezza dello spettacolo diventerà presto cont:lgiosa. Ognuno prenderà con– tatto col vicino; tutti saranno ansiosi di dire e di ascoltare quanto è pertinente all'interesse comune. Nel tempio della verità saranno aboliti i torrioni cd i chia– vistelli. Gli scoscesi gradini della scienza, prima difficili da salire, saranno livel– lati; l'istruzione sarà accessibile a tutti; il sapere sarà un patrimonio dal quale nessuno si vedrà escluso. a mcnb che lo voglia. Se tali idee sono di difficile 111

RkJQdWJsaXNoZXIy