Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

vava nella sua « divina lingua» quelle adatte per centrare - le troviamo noi - un pederasta tubercoloso, mae. stro di ballo e ginnastica femminile. Denunziato al governatore e impri– gionato, il giovane Algicri dovette pre. sentursi il 29 maggio 1555 - da pochi giorni era papa Mano era (4) - nel palazzo pretorio di Padova davanti ai giudici. Jl giovane studente, sentendosi la « coscientia monda da ogni fallo», dichiarò che l'unica chiesa era la co– munione dei santi e il papa era sol– tanto homo; espose la sua opinione sui sagramcnti e sul purgatorio e alla fine fu dm::mdato in carcere. Subì ahri due interrogatori, il 17 e il 28 luglio dello stesso anno - e un nipote del papa era già ca1·dinale -, ma nulla poterono guadagnare i giu. dici smal'iosi di ottenere un'abiura di qualsiasi speck e di conoscere i nomi di coloro che erano stati corrisponden– ti epistolari. Anzi l'Algicri confermava !e sue idee provandole con passi bL blici e non era una bestemmia la sua se, sulle lettere di S. Paolo, Lutero giustificò la sola fede con le stupende parole anche se a tesi gratuita: « Si– gnore, tu sci la mia giustizia e io sono il tuo peccato. Tu mi hai preso ciò che tu non cri e mi hai dato ciò che io non ero», e la chic.sa , a sua volta, sulla lettera di S. Giacomo, potè giustificare la fede e le opere con le parole magi– che, ma a titolo oneroso, di Tetzel as– sicuratore :·una viti:t eterna: « I\Jel mo– mento stesso In cui il denaro tocca il fondo della cassetta - per Hegel il misi icismo è... una splendida re.tori– ca -, l'anima liberata vola al cielo», (4) Per P.--olo IV, nato a Sar.t"Angelo della Scalo. (A\·cltinol nel 1476 e p.ipa dal 1555 al 1559. \'. Pastor: Storia dei papi. voi. sesto. 42 per cui Lutero inciprignito disprezzò quella come « lettera di paglia». Anche Origène interpretò a modo suo le parole dell'evangelista Matteo (19,12), e lui, Origène, in modo tanto origim1le, da farsi eunuco da sè per la maggior gloria cli Dio o, come dice Matteo, in vista del regno dei cieli, o, come interpreta ancora la nota e ve. diamo un po' quando la finisci, ai fini del celibato religioso. E Firmico Materno nel suo libro Degli errori delle religioni profane - intendendo per profane quelle pa. gane - seppe fare non una, ma due - salute! - citazioni bibliche per ca– strare la tolleranza - o Roma o mor– te! - e dei due passi della Bibbia ri_ porto quello meno scandaloroso por– no~rafico e disumano: « Se in una del. le ciltà che il Signore Dio tuo ti darà p:!r abitarvi sentirai alcuni che dico– no: Andiamo e serviamo a dèi stra. nieri che non conoscete (son tutti co. me lui), passerai a fil di spada tutti gli abitanti di quella città (Cambron_ ne ispiraci), la distruggerai con il fuoco (Barbariccia, vai facile), ed essa resterà senza case e non sarà rico– struita 1>er tutla l'eternità (non scor– dare di mettere il sale), affinchè il Si– gnore allontani da sè l'ardente sua col. Jera (capricciosetto anzi che no). Egli li accorderà la sua misericordia (è sazio Moloc) e ti moltiplicherà (non col guaio liscio di Origène), se darai ascolto alla voce del Signore Dio tuo (!po) e ne osserverai i comandamenti (tu o, nel dialetto irpino di Mano Ne- ra, "tune ") ». Per quello che la fede ha cagionato e cagiona tuttora in politica all'uma– nità, l'ateo potrebbe esigere solo per sè libertà e pieni poteri. Eppure la

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