Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

veniva delineandosi sempre più. Il conflitto scoppiò Lra la Francia e la Germania. Irruppe un nuovo flusso di refrattari, che bisognò consigliare di guadagnare altre fronLicre meno vicine a quelle francesi. Ma il tempo trascorreva inesora– bilmente e presto .'."\ccadde l'inevit::tbile. TI BelQ'io trascinato a sua ,~lta nella guerra, fu invaso. In 18 giorni fu lèlleralmen;e 'ir.tvolto, 1igettato fuori dalle sue stesse difese e non tardò a capitolare. Cominciò l'occupazione nazisLa. Fu tutto scompaginato. Alcuni lasciarono il Belgio e si rifugiarono in Francia, dove furono internati nei campi di Vernel, dai quali furono liberati successiva• mente dopo l'avanzata delle truppe nazional-soci~listc-. Rientrarono in Belgio, dove, purtroppo, la vita non er:1 rosea, ma piena d'inquietudine per quanLi non avevano cessato di combattere centro le forze d'oppressione cli qualsiasi prove– nienza. Altri, che si rifugiarono in Inghilterra, lasciando i! mare tra esse ed il nemico, si credettero autorizzati ad insultare coloro che erano rimasti e ad esaltare l'eroismo, essi che er::mo al riparo dei colpi. A!cuni scelsero la via della resistenza, allri quell,1 della collabora1..ione. Se ne ebbe per lutti i gusti e per tutti i disgusti e ciò ri\'elava il" gran pane le sb;mdamcnto degli spiriLi, l'in– stabilità delle convinzioni cd allro ancora! Ci Lrovammc nelb guerra. nell'occupazione, nella resistenza, nell'attendismo e passarono così sessanta mesi di quest:i. vita! C'era tc1nto quanto bastava per rinunziare alla speranza in una società migliore, più rraterna, pili umana. Ar– resti, deporta1..ioni, campi di concentr:.lmento, vendette, delazioni, tutto fu messo in gioco dagli uni e dagli altri, a gran profitto della guerra, la sola che frullava ai grandi, ai mercanli, ai gue.-rafondai, agli speculatori cd agli affamatori di ogni specie. Poi - come pur doveva finire un giorno - dopo l'abbracc;o, la rottura delle alleanze, le nuove alleanze con i nemici di ieri e la lotta contro gli amici dei giorni di miseria, la vita riprese il suo corso, e, con es~a, sopravvennero j nuo– vi compiti. Vennero il milit.'."\rismo e la censura; si perpetuò il regno del silenzio e solo i piaggiatori ave\'ano diritto alla parol<1. I] demone della verità mi solle– ticò e decisi di ripubblicare Pc,1sée ed Action. Il giornale di prima della guerra venne trasformato in rivista mensile. Purtroppo, non avevo tenuto conto del r.:1zionamt::nto della carta, delle autorizzazioni, dei cosiddetti certificati di civi• smo, di tutte quelle noie ~unmini,;;trative centuplicate a!J'indomani di questa guena fatta per il diriuo, la libertà e la civiltà. Alcune pratiche burocratiche mi provarono che l'apparilione di Pen!.iée et Action JX)tcva essere rinviata alle calende greche. C'era d~ riempire moduli verdi, rossi, bleL1s,etc. etc., aspettare le informazioni ... Lasciai eia p<1rte ogni cosa e decisi di pubblicare lo stesso Pensée et Action e si sarebbe così visto sin dove sarebbt: giunta !'assurdità in– cosciente di quei messeri. Così il primo numero c!i Pensée et Action appMve il 20 settembre 1945. Ne dovevo pubblicare 46 numeri, sino al dicembre 1952, senza la benchè minima inquietudine. Fu queslo un bel « tour de force » e quanto fu pubblicato fu qual– cosa di meglio quando si pensa che la detta pubblicazione usciva agli inizi del dopoguerra. In effetti, intendevo scrivere e gridare a gran voce tutto ciò che mi pareva la verità. Bisognava tentare di creare altri legami tra coloro 33

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