Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

si proponeva: di definire la posizione dei gruppi di fronte alla società alluale, di determinare la lotta contro tale società, di stabilire gli obieLtivi immediati e finali, la posizione sindacale, la Str"ultura ciel gruppo e della federazione ed i mezzi di lotta. Tutto questo fu scritto in lunghe relazioni. Il Gruppo di Bruxelles editò l'opuscolo Le Manifeste Socialiste libertaire e si propose di pubblicare Le Travailleur Libertarie, con l'intento di dare alla pro– paganda anarchica operai~·: un coordinamento che, sino a quel momento, non avc\·a a·/uta. Dopo comparso il bollettino, venne diffuso il detto opuscolo, ven– nero lanciate alcune circolari complementari, ma Le Travallleur Libertaire non lrovò la possibilità di mcire. A questo punto bisogna fare un pa.;;so indietro e rik:va1·e che dal 15 maggio 1937 venne pubblicato a Bruxelles Rébcllion, giornale quindicinale (con uscita il primo ed il 15 di ogni me~e). Rébcllion, nelb sua pre.;;entazione diceva: « Pa– ce - giusti1ia ~oci.i.le - Libertà. Tratteremo di vero Diritto umano, di Mondo nuovo: di Rivoluzione necessc1ria ». Questo giornale conterà cinque numeri e cesserà le pubblicc1zioni il primo 8.go ,;to 1937.La colhborazionc è molto eclcllica,. ma la gran parte viene declical:i prevalentemente alle informazioni sulla Spagna ed alle sue realizzazioni; a combattere le c,1hmnic dei partiti cd a difendere la F.A.I. e la C.N.T. Principali collaboratori furono: L. Campion, Ernestan, G. Raemen. L. M. Pappo, Bonomini, J. De Meyer, M. M., P. Dejardin, Dc M.alander, F. Belmart, H. Vryheid, A. Shapiro, M. R. Vazquez, Hem Day. Rébcllioi1, pur– troppo, nQn sopravvisse e dovette abbandona1·e la lotta, pe1· mancanza di con– creta solidarietà, sia materiale che morale. La situazione internazionale and~wa aggravandosi. La speranza ~ ornm~i perduta - che alcuni avevano nutrito sulle fortune della rivoluzione spagnola veniva sfoci::indo in profonde disillusioni ed in defezioni tra gli ultimi venuti, troppo impazienti di vedere realizzati i loro sogni. In Belgio, il C.l.D.A. dedica la maggior parte della sua attività all'aiuto morale e materiale verso coloro che, fuggendc dalla Spagna di Franco, cerca– vano una terra d'asilo. Furono centinaia e centinaia che affluirono in Belgio e bisognò Qrganizzare la solidarietà. Gli scarsi aiuti dei compagni non erano suf– fic:ienti, mentre la situazione internazionale andava sempre più abbuiandosi. Poi la lotta in Ispagna venne liquidata. Il non intervento a senso unico andava a dare la vittoria a Franco, grazie all''.\iuto ctel fascismo e dcll'hitlerismo. Gli avvenimenti precipitarono e fu la fine. Migliaia di combattenti vc1rcarono la montagna e i si presentarono alle frontiere francesi. Al governo franceo;;e sembrò opportuno creare dei campi di intcrn,11nento dove centinaia di povera gente morì, priva di cure, cioè di nu– trimento. Questi c~mpj venivano fatti sorvegliare da Senegalesi aiutati da guar– diani francesi e ciò cùstituì un'onta senza nomi;.·_ Y1C.1.0.A. si sforzò d'aiutare quella marca· di rifugiati, organizzando \'af– flusso di molti verso terre pii:1ospitali. In Belgio fummo sopraffatti rapidamente dal grande numero cli coloro che vennero a cercare ~silo. Per quanti tentarono d'imbarcarsi verso le Americhe bisognò trovare dei complici tra i marittimi e non fu sempre facile. Così trascorse il 1939, mentre il pericolo della guerra 32

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