Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965
e tutto ciò che è logico è realizzato o deve realizzarsi nel mondo reale». A termine delle sue speculazioni sulla natura dell'Essere, Bakunin espresse questa importante legge: « Tutto ciò che è, tutti gli Esseri che costituiscono l'insieme infinito dell'Universo, tutte le cose esistenti nel mondo, senza volerlo e senza neppure poter pensarlo, esercitano l'une sull'altre e ciascuna su tutte, sia immediatamente sia per transizione, un'azione e reazione perpetue che, combinandosi in solo movimen10, costitui~cono ciò che noi chiarniano la soli– darie1à, la vita e la causalità universali ». A Bakunin non importa se poi chia– man Dio questa solidarietà, purchè gli diano il significato suddclto. Questa solidarietà, questa vita universale, dice Bakunin, noi possiamo ra– zionalmente supporla, ma non realmente abbracciarla, tant'è vasta; non si può abbracciarla nemmeno con l'imm,1ginazi,:ine. Questo in virll1 della limitatezza dei nostri sensi, i quali riescono ad abbracciare una parte irrilevante dell'Uni– verso. Ma di questa solidarietà, Bakunin non ne fa qualcosa d'assoluto e causa prima, ma la considera come rìsult:lnle di tutte le varie cause agenti e reagenti nell'universo. Quindi, posto così il problema, si può affermare che la vita uni. versale crea i mondi e il « mondo umano». Con l'uomo pensante, giunge la coscienza e la conoscenza, limitala, dei fatti prodotti dal mondo reale; cd allorchè questi fatti si ripetono e producono con– tinuamente, noi chiamiamo questi fati i « leggi naturali». Per «natura», Bakunin intende la somma degli esseri, dei falli e dei processi reali. A causa di queste contim1e ri1>etizioni dei processi naturali, l'uomo ha po– tuto conoscere ciò che chiamiamo leggi meccaniche, fisiche, chimiche e fisio– logiche. Per questo morivo ~i spiega la continuità delle specie animali e delle varietà vegetali. Ma queste ripetizioni dei processi naturali, non sono assolute, poichè vi sono molte forze in natura ancora ,;cor.osciute all'uomo il quale, ve– dendone gli effelti e privo della cognizione rii causa, si limita a chiamarle «ec– cezioni », «anomalie». E' nella combinazione di queste anomalie la creazione di nuovi processi in natura. Così, ;1t1rawrso una semplice e primì~iva cellula che ha subìto tutte le trasformazioni dell'organizzazione vegetale prima e ani. male poi, la vita organica ha delerminalo l'uomo. Bakunin è nettamente contrario all'espressione « legge na1urale », poichè la parola « logge» è tratta dalla giurisprudenza anch'essa prodotto della teolo– gia e, come tale, proveniente dal Dio clclle religioni: ma poichè Bakunin è giun• to alla negazione del legislatore divino, non è più possibile parlare di leggi che governano la natura. Quindi, quelle che chiamiamo « leggi naturali», non sono altro che lo svolgimento dei fenomeni che si producono nella causalità universale. Per «libertà», Bakunin intende il « dominio sulle cose esterne, basato sulla osservanza rispctlosa delle leggi dclb natura». La libertà - si domanda Bakunin - consiste forse nella ribellione alle leggi naturali, economiche e sociali non imposte flUloritariamente? No, se non si vuole suicidarsi; no, perchè l'uomo stet:.so è natura; Sì, se si tratta dj leggi 13
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