Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964
cli piacere e dolori, le Messe facoltà di ragionamento, di giudizio e d'indutionc. Gli <,1essi motivi che generano b mia felicità generano anche la vostra. Pos– siamo dissentire al principio, ma questa diffcrem.a cli opinioni è generalmente do, uta ai pregiudi,d e non è in alcun modo insupernbile. Accade spesso che ciò che ha contribuito di pili al nostro benessere, è stato accolto da noi stessi con poco gradimento. 11governante prudente, perseguirà con volontà ferma, il bene del suo popolo, senza curarsi delle inevitabili disapprovazioni, che, del resto, dureranno solo quanto durerà il concetto erroneo che ad esse hanno dato origine. E5-isle qualche paese, ove un savio clirellore della pubblica educaL.iÒnc si proponga quale obiellivo del suo lavoro uno scopo diverso da quello di far di,entare i suoi discepoli prudenti, giusli e saggi? Vi è, per caso, qualche clima il quale richieda che i suoi .\bitanti siano biscazzieri, beoni, birboni anz1cchè uomini degni? Vi sarà qualche angolo di questa terra ove si ama la verità e la giustizia si senta inu1ile e fuori del suo ambiente? Se non è così, dobbiamo affermare che la libertà sarà sempre, ed in ogni luogo, migliore della schiavitù, e che il go,·cnm dove regna l'imparLi~lilà e b rettitudine sarà sempre migliore dì un go\'crno dove imperversa l'arbitrio cd il vizio. A ciò è stato obiettato che« gli uomini, non in tulle le parti, possano essere acla11i alla libertà )O. Qualunque sia it valore di una regola, se si vuole che sia utile deve essere adattato alle necessità del suo benelìcio. Nel divenìrc umano, tuttu si svolge gradualmente, ed è contrario agli insegnamenti dell'esperienta pretendere che gli uomini raggiungano rapidament.! la pcrlezione. Fu questa, indubhiamente, l'idea che ispirò Solone, legislatore ateniese, quando 1>roclamò l'im1>erfczione del codice da lui elaborato, afiermando che non a\'eva cercalo di promulgare leggi buone di per se stesse, ma leggi che si adattassero alle con– dizioni elci suoi conci11adini. L'esperimento cli Solone è cli natura pericolosa. Un codice come il suo aspirava a perdurare infinilamentc e tuttavia non conteneva in sè il principio di una maggiore perfezione. Non pensò al progresso graduale al quale ci siamo riferiti più avanti, nè vide, negli ateniesi dei suoi tempi. i predecessori dei futuri ateniesi, i quali avrebbero dovuto realizzare i più grandiosi ideali di virtù, di bontà e buon senso che egli abbia pctuto concepire. Le isliluLioni, che creò, ten– devano piuttosto a mantenere inalterabile il grado di progresso raggiunto fino a quel tempo, mri senza andare oltre. Questo esempio ci offre la vera chiave per comprendere la sorprendente rcla;,-ione che esiste trn il modo d'essere di una nazionc- e le forme ciel suo governo, alle quali ci siamo riferiti al principio di questo capitolo e che ha for– nito tanti argomenti ai fautori del cara11ere locale dei differenti governi. Cer– tamente è illogico che i detti teorici sfruttino 1ale argomento senza determinare prima quale delle due cose debba considerarsi come causa e quale come effetto, cioè se il governo ~ia so,·to dai costumi della nazione, o se i costumi clella nazione, siano conseguenze della forma di governo. Quest'ultima proposizione ci sembra che si accordi cli più con la realtà. I governi debhono spesso l'esistenza ;i,cl un fatto accidentale o alla forza. Le 728
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