Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

mentazioni che potrò addurre davanti al Tribunale saranno la più valida difesa contro l'ingiustizia; o forse deriva pure dalla convinzione che la disobbedienza da parte mia darebbe luogo probabilmente ad un infruttuoso e vano Lurb;:i– mento clell'on.line pubblico. Un quacquero si rifiuta di pagare il tributo ed i suoi beni sono assoggettati, in conseguen1.a, a sequestro. P:lrlando da un punto di vis1a morale, il suo atteggiamento è errato perchè le giustificazioni che adduce sono proprie di una mente che si compiace delle futilità. Se qualcosa deve essermi tolta con la forza non ho alcun obbligo mroale di consegnarla bonariamente. Infatti non credo che sia necessario offrire gentilmente il mio danaro ad un rapinatore quando questi viene ad estorcemelo. Se mi avvio tranquillamente verso il pati– bolo ciò non significa che io abbia dato il mio consenso ad essere impiccato. Jn tutti questi casi è chiara la differenza che passa tra il sottomettersi alla gim,tizia ed il ~ouomettersi all'ing_ius1izia. Accetto i principi di giustizia perchè li considero intrinsecamente cd inalterabilmente giusti. Se credo all'ingiustizi::t, pur comprendendo che essa costituisce un male, è semplicemente perchè mi trovo di fronte all'obbligo di scegliere il minore di due mali inevitabili. L'atto di volizione, come si denomina comunemente, è parallelo all'assen– timento dell'intellctLO. Ponete al mio intcllello una determinala tesi, reclamando il mio as'icnso ad essa. Se l'accompagnate con prove ed argomenti che dimo– strano l'armonia che esiste tra i termini della tesi propostami, avrete senz'altro il mio a<,scnso; se, in appoggio alla vostra tesi, mi offrite le opinioni di diverse autorità, dicendo che, dopo un esame a fondo l'hanno trovala giusta o che migliaia di persone savie e disinteressate l'hanno ammessa o che gli dei e gli anj?.eli sono di uguali opinioni, io debbo sC'ltomeltermi a cosl imponente au– torità. Però, per ciò che si riferisce alla tesi in sè, alla mia comprensione delle ragioni che l'appoggiano ed alla percezione di ciò che, strettamente parlando, costiluisce il vero o il falso della questione, in quanto a tutto questo, il mjo in1cndere non ha sofferto modificazione alcuna. Io credo qualsiasi cosa, s.cdvo ciò che realmente contiene la vostr~ proposL\. Lo stesso accade in materia morale. lo posso essere convinto della necessità di cedere di fronte ad una requisitoria, b cui giustizia sono incapace di ap– preu.,.arc, allo stesso modo come posso cedere davanti ad un'altra che conosco perfettamente come ingiusta. Però nessuna di ess~ costituisce in realtà un assentimento, non meno libero, dello spirito. Ma la sottomissione all'aulorità del governo, indipendentemente dalla mia approvazione per i mezzi che esso _adotta, è della stessa natura dell.'. souomissione che ho pe1 un loro il quale mi costringa a co,-rere verso il nord, quando vorrei andare verso il sud, così come era il mio proposito o la mia inclinazione. Però, sebbene la morale più pura escluda completamente l'idea di obbe– diem....:'1 di un uomo ad un altro uomo, non è meno certo che l'influenza reciproca tra gli uomini sia <tltamente desiderabile. Diflìcilmcnte vi sarà un essere umano i cui lumi non possano contribuire ad illuminare il mio giudizio od a sorreggere 724

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