Volontà - anno XVII - n.12 - dicembre 1964

non occorreva ormai che c1care l'occa· -.ione per giungere allo !)COpo insurre– zionale. E che intanlo occorresse ri!)al· dare i \lincoli fra i partiti cstrcmiMi, e tene,· viva la tensione pubblica in– lLm,ilìc.mdo pil1 che mai quclht campa. gna antimilitarista che era in quei gior. ni la \ICra bandiera ciel sovvcrsivi.!tmo italiano, il solo vero nesso unitario dei partiti dell'Estrema. Quell'antimilitafr ~mo che si impcrnia\la e si personifi. cava nei casi clamoro!)i cli Maselli e cli Moroni. Il 30 011obre 1911, il giorno nel quale avrebbe dovuto partire per la Libia, Augu:-,to Masettì a\'eva .!.parato, nella caserma Cialdini di Bologna, al pro– prio comandante, il tenente colonnello Stroppa, ferendolo a una spalla. Poi aveva gridato: « Viva l'anarchia, abbas– ~o la guerra'"· Era un muratore cli San Giovanni in Persiccto di tcmpcramcn· to chiuso e riflessivo ma intransigente ndla sua fede anarchica (anni prima non :-.i era rL·cato ai funerali di un fratello e sdegnalo era restato fuori casa per una !)ettimana pcrchè la ma. drc aveva chiamato un sacerdote); era le11ore appassionato del giornale anti– militarista Rompete le file e assertore con\lin10 delle dircllive del sindacali· :.mo rivoluzionario. 11giorno preceden– te si era recato a San Giovanni in Per– :-.iccto per salutare i familiari e gli a. miei « Domani - avrebbe detto secon· do un'indagine che due anni dopo Ma. ria Rygier fece a San Giovanni - sarà forse il mio ultimo giorno. So che va– do incontro al supplizio. Non ho an. cora deciso bene cosa farò. Ci penserò tutta questa notte. E' certo però che ucciderò o mi farò uccidere. Ma per fripoli non partirò a nessun patto. Non voglio portare la strage agli arabi 710 che non mi hanno fallo nessun male. Questo sarebbe contro la mia coscicn· za: il solo pensarlo mi mette orrore•· E agli amici che gli dicevano che la guerra sarebbe stata breve aveva repli. cato: « Alla gucra non ci andrò e non ci rivedremo mai pil.1 ». Quel colpo Lii fucile aveva sollevato un'indignaziont' furente nell'opinione pubblica non estremista, entusiasta della guerra, e la deplorazione di chi pure \li era contrario, come i sociali· :.ti. Solo gli ;rnarchici si erano subilo levati a paladini e glorificaLOri di Ma. selli, attirandosi i fulmini della polizia. Masctti era stato deferito ai Tribunale militare di VeneLia per essere sottopo· ~lo a un giudizio che non pote\la non componarc la massima pena. Ma le ripercussioni sarebbero state certa– mente gravi, e una vittima politica non sarebbe ~tata niente affatto consona al clima euforico della guerra. Così, fosse vero o no, le aulorita avc\lano trovato molto op1>0rtuno ricondurre il tutto a un ca:.o di pazzia. Una commis. sione di medici aveva dichiarato Ma· setti irresponsabile; ed egli era stalo rinchiuso prima nel manicomio cli Rcg. gio Emilia, poi in quello criminale di Monlelupo fiorentino. S1.:nonchè a metà del 1913 il caso fu clamorosamente riaperto. Tutti i gio,– nali, anche quelli estremisti, ad ecce. zione degli anarchici, avevano steso si· no ad allora una specie di congiura del silenzio, tutto ~ommato paghi che egli fosse sfuggito al processo e alla condanna. All'inizio del '13 però si era– no cominciale a le\lare voci di protesta pcrchè dall'amnistia concessa nel cli· cembre precedente per i reati politici inerenti alla guerra di Libia erano ri– masti esclusi i militari. Nell'estate poi, Giovenlì.1 socialista, l'organo della Fe·

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