Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964
pure affermate su scala mondiale e che Karl Schapper, il 22 scucmbre 1844, a Londra, in occasione della festa in onore di Meitling, aveva fatto accettare entusiasticamente l'idea d'una organizzazione dei democratici di tulio il mondo. Nel Manifesto Comunista, Marx cd Engels, in termini precisi, mostravano come, in seguito al lavoro industriale - in Inghilterra ed in Francia, in Americ:l Germania - il proletariato aveva paduto ogni carattere nazionale, e che la lolla di classe operaia era una loua nazionale, soltanto nella sua forma, e non ndla sostanza. Essi chiedevano ai comunisti, che partecipavano alle lotte na– zionali dei lavoratori, di far valere gli interessi, indipendentemente dalla na– zionalità e comuni a tutLi il proh.:tari,Ho mondiale. Essi enunciarono la famosa formula: Gli operai non hanno patria e lanciarono il celebre segnale di raccolta: Proletari di tutto Il mondo, unile,,I! Infine, raccomandarono • l'azione combina– ta del proletariato quanto meno del mondo civilizzato», come uno dei fattori essenziali dell'emancipazione sociale. Marx cd Engels, da materialisti conse– guenti, contavano molto sui mezzi di concentramento e di comunicazione creali dalla grande industria per ottenere l'unione e l'azione concentrata dei lavoratori di tutto il mondo. Essi dicevano: « L'unione che i borghesi, dal Medioevo, quando disponevano solo di strade comunali, mirano a realizzare, i proletari moderni la realizzano in pochi anni grazie alle ferrovie». Marx ccl Engcls dicevano delle verità, che, come quelle di Flora Tristan, non dovevano trovare eco nel momento in cui lanciarono il loro appello il quale meritava la più grande risonanza. Si ha motivo di credere che un veterano come Blanqui non abbia avuto conoscenza del Manifesto quando apparve a Londra in lingua tedesca alla vigilia della Rivoluzione di febbraio. Blanqui, l'eterno incarcerato e perseguitato, era allora a Blois, strettamente sorvegliato dalla polizia. Egli probabilmente ignorò che Joachim Lelewcl, uno dei suoi vecchi compagni, partecipava come rappresentante della Polonia, con Marx cd Engels, all'azione dell'Associazione democratica avente per sco1>0 l'unione e la fralcllanza di tutti i popoli che aveva ~ede a Bruxelles e che si prescntav:1 come una specie di pre-lnternazionale. La traduzione del Manifesto Cornunisla apparve a Parigi dopo le giornate di giugno. 1n questo periodo, Rlanqui era incarce1·:1to a Vinccnnes e non co– nobbe questa traduzione. Si può pertanto ammettere che le ferme e concrete affermazioni internazionaliste di Marx e di Engcls gli sfuggirono. Egli, d'altron– de, non ne aveva bisogno. Dopo il processo dei «Quindici• (gennaio del 1832), in cui di fronte ai giudici della Corte d'Assise si era fieramente proclamato • un proletario», i suoi sentimenti di classe cd internazionalisti erano. cono– sciu1i. Ma, a differenza di Marx, essi scaturivano molto più dalle idee umanitarie e cosmopolite tramandate dalla storia anzichè dall'analisi economica e sociale d'una società in piena trasformazione, che fu oggetto della violenta discussione: contro Mazzini, anche se quest'ultimo aveva avttto il mcrilo cli tracciare la strada delrlntcrnaziona!e democratica e della Santa Alleanza dei popoli con le associazioni della Giovane Euro1la, Ira gli anni-trenta e quaranta. 613
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