Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964
un'altra terra, ove passava in prigione il resto elci suoi giorni •. E per le pene che si applicavano nel– le carceri reudali, diamo la parola a Giovanni Aceto, altro s1orico siciliano che scrisse in quello stesso torno cli tempo del 1821: « severissime le pene che allora si applicavano, quale la mor. te, la segregazione in terribili dammusi fosse o colombaie, la mutilazione degli arti, la cecità ... ecc., e i mezzi inumani e bestiali che si praticavano ai rei per strappare loro la confessione nelle ca– mere di tortura come le pale infuocate alle pian1e dei piedi e le scheggie di rasoi conficcate sotto le ugna, i colpi di corda, le frustate e la berlina». Pure la civiltà dal medioevo fino 3( secolo del Palmieri e dell'Aceto aveva !)Crcorso un cammino di ben olio se. coli; aveva dato oll'umanità Dante e Shakespeare; aveva visto ardere Bruno e morire in carcere Campanella; aveva ammirato la geniale intuizione del me– todo Cé!rtesiano, e aveva visto scon[ig– gere il cattolicesimo nei paesi nordici da Lutero; aveva sentito rullare i can– noni per l'indipendenza americana e proclamare solennemente i diritti del– l'uomo. Otto secoli di lotte spesso cruente, e sopravviveva ancora quel funesto avan. zo di feudalesimo; l'iniquità della schia– vitù e dell'arbitrio del «signore• che determinavano condizioni di vita molto jlnfelici. el comune, invece, i comunalisti controllano la giurisdizione nei due campi: il penale e il civile, per mezw di scelti liberalmente che mellono in opera la macchina della procedura. Quindi la giurisdizione assume un a– spello di pubblico interesse in quanto coinvolge tutti i ciLtadini senza l'escllL sione di nessuno, giacchè la condizione di « liberi• stabilisce un piano di ef– fettiva e reale eguaglianza che invano si cercherebbe nel feudo. Così anche nelle altre branche del. l'Amministrazione si concreta questo ideale di uguaglianza che corrisponde al concorso, alla larga partecipazione dei ciltaclini tutti a determinare quegli a11i che sono consoni e favorevoli ad una vita comunitaria. Ma è soprattutto nella forma di eco– nomia che diversifica lo stato del feu– do da quello del comune. li feudo intisichisce in un'economia autarchica che non permei te lo scam– bio dei prodotti, il commercialismo, l'intensificarsi della produzione, il ri– stabilimento di un capitale produttivo che generi un elevamento materiale dei componenLi, come lo schiavismo e la assenza di libertà impediscono un ele– vamento spirituale e cullurale. Dc\'e bastare a se stesso sia come produzione agricola sia artigiana. Dalla produzione è stabilito il mante– nimento degli organici del feudo in ba– se alle condizioni giuridiche e politiche di ciascuna persona e dei mezzi viventi cli produzione: animali e servi. Ogni attività trnva la sua limitatezza ncJ privilegio concesso ad un libero. 11 privilegio rappresenta l'esclusiva a. zione, il diritto di fare, di competenza, di pertinenza. Vi è una folla di diritti che gravano sul feudo e che infrangono il volo di una libera e aperta economia. L'economia cittadina invece dà libe- · ro campo a tutte le attività, giacchè i cittadini producono, commerciano, scambiano.· Essi non hanno le limita- 651
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy