Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

Questo è il problema essenziale che corrisponde ?.I proposito del nostro saggio. E' vero che Freud non ha basato il suo sistema sulla biologia: • J proble– mi psichici che stiamo studiando - scrive in Mosè e la religione monoteista - non hanno nulla a che vedere con l'anatomia cerebrale, la quale occupa un posto secondario~. Nicolai, si sa, collega tutti i rcnomcni della vita psichica e sociale al progresso cerebrale. Freud, nello stesso libro, riconosceva nel 1938, alla fine della sua vita, quando si S:'\lvò a Londra dalla barbarie nazista, che i suoi problemi preforiti trovano • nuove difficoltà nell'attuale posizione delle scienze biologiche, le quali negano decisivamente l'eredità delle proprietà acqui– site•. Confessa • con tulla modestia, che, malgrado ciò, è impossibile sottrarsi a questo fattore delle sviluppo biologico ... In fondo, è difficile comprendere l'u– no senza l'altro. Quando ammettiamo la persistenza di tali vestigia di ricordi nell'eredità arcaica, tendiamo il ponlc fra la psicologia individuale e la psicolo– gia delle masse, e possiamo trattare i popoli come se rossero individui neu– rotici •· Ritorniamo, in questa m:rnier'I, al problema espo~to all'inizio in queste pagine: cioè alle verità sociali che si trovano nel freudi~mo e nelle altre scuole psicoanalitiche le quali si impegnano a combattere anche queste inrermità psi– chiche collettive, manifestatesi ,;;otto i vari regimi dittatoriali e totalitari, che sboccano nella guerra rrn i popoli e nella guerra fra classi sociali, oppure nella rivoluzione. Da questo punto di vista, il capitolo che maggiormente ci interessa nel libro di Nicobi è quello intitolato: Freud, Marx e la scienza. Ma le sue con– clusioni sono ugualmente negativ\!, giacchè icolai applica la sua critica con lo stesso rigore sia al manismo che al freudismo, in nome della • scienza obiettiva• che è al di sopra dc-Ha fluttuante e relativa • scienza umana• dei letterati, come qualifica Marx e Freud. Questi hanno avvinto l'opinione pubblica con miti, che hanno soltanto rinnovato; il primo col mito dell'uguaglianza, il secondo con quello del sesso, pre1enc\endo, entrambi. di avere« trallato scientifi– camente materie che ancora non si prestano a tale trattamento». L'uno, gli enigmi della economia politica; l'altro, quelli del sesso C' della psiche. Il corso storico dei du<" miti ha seguito un:t str:ida simile. Nicolai espone !'evoluzione • del gradevole mito dell'uguaglianza• dai tem– pi preistorici fino all'avvento del comunismo che non ha istituito l'uguaglianza, poichè il Soviet, con b sua prl?tesa giustizia <li cb,;;se, ha legalizzato nuovamen– te le classi, mediante una minoranza cli privilegiati nel governo e con l'immensa maggioranza sottomessa alla oppressione burocratica, poliziesca e militare. li governo dittatoriale del partito unico divenne imperialista nel senso politico, volendo imporre il suo pot~re :'\Imondo intero. Il • piano di guerra• dei marxi– sti (convertiti in leninisti e poi in 'itanlinisti) non ru mal calcolato - scrive Nicolai: "Speculava sulla mobililazione cli lutti gli sfruttati e, con l'alto con– cetto che ognuno ha di sè stesso, ~lentatamente c'è chi non crede che lo tratlino peggio d;·quanto meriti e che lo sfr111tino. Q11indi potè contare su una grande maggioranza ... C'era, malgrndo questo un errore nel calcolo: aveva dimenticato gli lmponderabill psicologici che. negli as,;;unti umani, sogliono essere decisivi... Primo credeva in una coscienza del proletarfato, che non può esistere nelle mo!- 640

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