Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

stato uno dei primi adepti entusiasti, ma anche comprensivo, di Freud. L'esteso saggio che gli consacrò è piuttoslo psicologico, un'analisi approfondita che non può es~ere ignorata da coloro che desiderano conoscere obiettivamente la vita e l'opera del grande indagatore viennese. Può darsi che anche Emil Ludwig esageri nella sua polemica contro le esagerazioni del freudismo e elci suoi seguaci. Però dobbiamo ridonosrere che intraprese la critica stimolato da motivi seri. li più fondato di questi motivi sarebbe il raddrizzamento psichico e mor;\le, così necessario nella nostra epoca di scompiglio di tutti i valori, dopo la catastrofe della guerra mondiale e dei regimi toialitari che la scatenarono. Del freudismo rimarrà il suo metodo ef– ficace per quanto concerne certe mabttic o <leviazioni p:,ichichc. Per disgrazia è stato diffuso senza previa preparazione, da "'simpatizzanti» o da astuti pro– fittatori, in ampi strati popolari. Le moltitudini, prive di reale cultura, sottomesse agli impulsi istintivi o sentimentali, sono state e sono ancora u1ilizzate come • masse di manovra• da falsi dirigenti di popoli, la cui politica non è sprovvista di certe intuizioni di psicologia elementare. Le correlazioni fra le • epidemie psichiche» e le nefaste azioni dei dittatori fascisti - bi:mchi o bruni, neri o rossi - sono, disgraziata– mente, comprovate dalla realtà. 11 professore C. G. Jung (avversario di Freud e, malgrado ciò, perspicace psicoamdista} ha studictto que'-tO fenomeno, insistendo sul « supremo pericolo che minaccia, oggi, sia l'individuale che i popoli nel loro insieme». Questo è il « pericolo psichico,. che ha radici nell'irrazionale, negli istinti, nel subcosciente. Da questo punto di vist3. potremo comprendere meglio il libro di Emil Ludwig, il cui titolo non ci sembra adeguato al tema essenziale. Forse, l'autore volle • smagare » o smascherare Freud, però ciò che interessa in primo luogo è, precisamente, il pericolo psichico che, da individuale, si tramutò in collettivo. Questo pericolo minaccia milioni di esseri umani privi del controllo della ra– gione e degli elementi di una cultura attiva. Essi hanno trovato nelle espres– sioni caratteristiche del fr1.3udismo, nelle sue nozioni volgarizzate, così suggc– slive (e, mediante sviamento, nelle consegne, nelle formule, nelle parole d'or– dine degli agitatori politici) i mezzi comodi per nascondere le proprie deficien– ze, debolezze e vizi; e. in questo modo, per continuare un'esistenza anomala, malaticcia, parassitaria o, quanto meno, al margine della vera vita che esige, incessantemente, lavoro cosciente, vigilanza ferma, ed anche severa, della ra– gione liberata dalla nebbia delle superstizioni ancestrali e dalle eresie sanguina– rie. Ili Ciò che la mia prevenzione umanitarista e pacifista - allorchè scoppiò la se– conda guerra mondiale - mi fece distinguere nell'opera di Freud, è stato confer– malo dopo la guerra da molti sludiosi, fra i quali il dottor A. 1-lesnard che con– sacrò alla psicoanalisi una serie di validi studi. Uno dei suoi libri ha precisa– mente il titolo: Freud e la società dopo la guerra ( 1947). Secondo questo autore, Freud, li Pensatore, sopravviverà fintanto che la memoria degli uomini rimarrà 634

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