Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964
lettuale che da esse è uscito e del quale avevano creduto che avrebbe fatto for– tuna a vent'anni, mentre si accorgono che ha bisogno, ora più che mai di aiuto, gli inviava, con grande fatica, cinque franchi al mese. Cinque franchi che - dice Claudio Tillier - erano presto _.,. dissipati in focacce e panetti» che egli « man– giava per strada» sempre affamalo com'era, lasciando la tavola del pensionato. Le. privazioni materiali, poi, non erano le sole, nè le ultime pene del me– stiere. Aveva a che fare con dei ragazzi ricchi, i quali, come si sa, sono partico– larmente stupidi e insolenti. Tillier era uomo che vestiva piuttosto male anche perchè aveva il più grande disdegno per la moda. E non solo vestiva male, ma era anche fiero di disprezzare apertamente tutto quanto chiamava « il ciarlata– nismo dell'abbigliamento». Per questa r::tgionc e per qualche altra, i ragazzi gli facevano ogni sorta di scherzi più o meno cmdeli. Egli li prendeva piul!osto male, e rispondeva quasi sempre rabbuffandoli fortemente. Un giorno, non so per quale scherzo particolarmente crudele che gli aveva fatto un piccolo inglese, il più ricco del pensionalo, non solamente Claudio Til– lier lo schiaffeggiò lasciandosi probahilmente trasportare da un momento d'ira, ma - crimine imperdonabile! - di fronte 3 tutta la scolaresca, disse al ragaz– zo che, se non fosse stato ricco, sarebbe stato certamente meno stupido e meno insolente; e che, poichè era figlio d'un ricco, la sua impertinenza era meno per– donabile e singolarmente più vigliacca. Immaginate, voi, la collera e l'indigna– zione del signor Direttore. Com'è facile immaginarselo, fu messo istantaneamen– te alla porta; e penso con tutti gli abjtuali paterni consigli direlloriali, ai quali sono sicuro che Claudio Tillier seppe rispondere con una bella sghignazzata. Ed ecco il nostro baccelliere di nuovo sul lastrico di Parigi, senz'altra ri– sorsa che i cinque franchi mensili che la famil!"lia gli inviava. Per fortuna in– contra un compagno tanto povero e tanto sensibile quanto lui, che gli dà al– loggio nel suo studio. Del pane non ce n'è tutti i giorni, e qualche volta i due amici sono obbligati a restare a letto ventiquatt'ore per sentir meno la fame. L'estrazione a sorte e il servizio militare cambiano la forma della sua miseria. Fa il soldato durante cinque anni, e fa quella famosa guerra di Spagna che Ch3.teaubriand, meraviglioso scrittore e diplomato malefico come tutti i diplomati, vanta nelle sue Mémoires d'outre-tombe, e che fu inutile come tutte le altre guerre. Ritorna dal servizio militare ed ha la fortuna di trovare un posto d'istitu– tGre a Clamccy: diventa persino Direttore della Scuola mutua. Ma poichè ha sempre delle tendenze individualiste, una rapida esperienza gli fa comprendere che il sistema dell'insegnamneto mutuo no11 è buono. Ora, Tillier, non è uomo - come egli stesso ha scritto in quakhe scrilto - da saper sacrificare l'onore al commercio. Se qualche volta gli rimproverano di non saper fare i propri affari, risponde sorridendo: « E' vero, ma anche il lupo quando sgozza l'agnello, fa i suoi affari». E poichè egli non è lupo che sgozz::t l'agnello, nè uomo che metta il commercio davanti all'onore; e poichè è qnche uomo che Liene ad agire secondo i propri pensieri, dal momento che è convinto che l'insegnamento mu– tuo è cattivo, da le dimissioni e apre una scuola libera. A questo momento pare che il destino gli sorrida. Claudio Tillier ha un 625
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