Volontà - anno XVII - n.11 - novembre 1964

Un pr<•r·nr.1ure, un u111ori.\·la, una 1·itri111a Cl:,A IJDIO 'l 1 ILLIElt ( 1801 - 1844) • Se fossi 1111 proprietario sarei i1ul11bbia111ente l'uomo pili imbarau.ato del mun. do; e so110 sicuro che i me:.uulri mi farebbero 111orire di disviacere. 111 Giammai potrei assuefarmi a 111t10 q11efl'ù1sie111e di affari c:he ogni proprietario è obbligato a trascinarsi dietro di sè. No a F/ez, 11elco1111medi St1i11tl'1erre-da-Mont, 1111 praticello che ~ potete credermi -, non l'ho proprio comprato, ma mi è venuto in dote da mia moglie. Ogni wmo mi rapporta dieci scudi e 1111x1io di galline o di anitre, ad libit11111,e rapporta al fisco sei franchi e cemcsimi d'iwf)oSte; senz.acontare gli avvisi di mora con spese e le citazioni per il pagamento ... • Se mi chiedeste quali sono i miei se,uimemi paterni, vi risponder-e; che vo– glio molto bene ai miei ragazzi. ma clre 11011 sono disposto a 1•,mdere la mia coscienza per arricchirti. D'altronde 11011 l'ho prof)rio messi al mondo f)erchè fossero ricchi: sa– rei perfino mortificato se lo dive11fllSSero. Sono 11ati in 1111a c11fla di vimini e non sa. rebbe troppo decente elle 111orisseru ili 1111 /erro di mogano. Noi altri, i Tillier, siamo di 1111e/ lrgno dtiro e nodl'Jso di Clii so11 falli i poveri. I miei due 1101111/ erano poveri, mio padre era vovero, io sono povero: non c'è nes– s1ma ragione che i miei raga=.z.icom ravvengano alla regola. Con tremila franclii si può vivere. Mio figlio guadagnerà probahilmente di meno; ma se si permettesse di guatla~uare as.rni, ritornerei. ombra irritata, e verserei i 'suoi sacchi di scudi dalla finestra.. • I miei genitori non m'hamto dato niente e gli sono riconoscente; elle se mi tn•essero dato molto, forse ora, non oserei mettere il loro nome in fondo ai miei scrilli, Q11a11dosono uscito dalla casa paterna 11011avevo ne111111e110 1na professione. So,w caduto in' questo 111011do comi? 1111a foglia che si stacca da 1111 albero e che i 1venti hurrascosi trascinano lungo le vie... J'('rfanto 11011 ho mai .verso il coraggio: Ilo sem. pte sperato che dall'ala di qualche uccello sorvolante 10 spazio, sarebbe caduta ·una penna che avrei raccattata e che sarebbe andata bene fra le mia dita; e questa ~nia' speranz.a 11011 è stata deltL(ll. Il ricco è ,ma pianta che esce tlallt1 terra tutta vestita di foglie e tulla ornata di fiori. lo ero tm povero gra•iello gettato in mez:.o a delle s;,ine. Ilo scosso dalla mia testa lttcer(l(a le fes111cl1e gu:.ze che mi tormentaw,rlo, e so110arrivato al sole .Perchè dunq11e i miseri steli cl{e ho lasciato sulle mie radici, non dovrebbero crescere come io so11cresci1110? l11vece di vendermi ai f)Otenti, ho fatto la guerra a coloro che ad essi si vemlevanO, e 110111esono affatto pentito. E' ancora, credo, i/ ca111111i110 migliore per arrivrJre onorati tilla tomha. Ne ~0110talmenle co11vi11to,cl1e çe questa f)e11na di! scrittore che, bene o male, ho ten11ta fra le 11umi ri.sP,untasse s11/la mia tomba, e elle mio figlio avesse le dita abbastanza solide ver çuidarla, lo incoraggerei a servirsene, 621

RkJQdWJsaXNoZXIy